La visita dal ginecologo
In occasione di questo controllo, il ginecologo può essere già in grado di stabilire se il parto potrà avvenire in modo naturale o, invece, sarà necessario il cesareo (per esempio, se il piccolo è podalico, cioè si presenta con i piedini o con il sederino per nascere). Lo specialista controllerà anche la cervice o collo (cioè la parte inferiore) dell’utero, per verificare il livello di assottigliamento e ammorbidimento dei tessuti in vista del travaglio. Prima che esso abbia inizio, infatti, il collo è spesso, mentre in fase di travaglio si assottiglia sempre più fino al momento del parto. Viene misurata anche la dilatazione cioè il grado di apertura della cervice: l’apertura massima cui si giunge, in media, è pari a 10 centimetri, e poco prima che inizi il travaglio può essere del tutto chiusa o aperta di uno-due centimetri. Particolarmente utili in vista del parto sono anche i risultati degli esami eseguiti, che la futura mamma dovrà portare con sé. Se si desidera ricorrere all’epidurale durante il travaglio, occorre parlarne con il ginecologo per farsi prescrivere gli esami necessari. Lo specialista ausculta, con un apposito strumento, il cuore del feto, che deve essere costante (circa 120-160 battiti al minuto). Inoltre, misura la pressione sanguigna della futura mamma, per verificare che i valori siano nella norma, e controlla l’accrescimento di peso.