Alzarsi al mattino dal letto e sentirsi la testa girare… Durante la gravidanza può capitare, soprattutto appena sveglie e a digiuno. Non è raro, infatti, che durante i nove mesi si possa provare un senso di debolezza e stanchezza generalizzato e che si vada soggette a sudorazione e tachicardia e, qualche volta, anche a svenimenti. Sono disturbi abbastanza comuni che possono presentarsi soprattutto nei primi mesi dell’attesa e che dipendono dalle modifiche cui va incontro l’organismo della future mamma. Ecco quando preoccuparsi per la pressione bassa in gravidanza.
La pressione arteriosa è la pressione esercitata dal sangue all’interno dei vasi. I valori che vengono presi come riferimento per misurarla sono due: la pressione massima (o sistolica), che si ha quando il cuore pompa il sangue nei vasi, e la pressione minima (o diastolica), quella misurata tra un battito e l’altro, quando il cuore si rilascia. Entrambe sono significative dello stato di salute e del corretto funzionamento del sistema cardiovascolare, ma è la pressione minima che va tenuta sotto controllo con particolare attenzione. In un adulto in condizioni normali i valori sono intorno a 120 per la massima e 80 per la minima. Al di sotto di questi valori si parla di ipotensione, al di sopra di ipertensione.
Nei primi due trimestri della gravidanza, la pressione arteriosa tende fisiologicamente a scendere, in particolare la minima, fino alla 20-24a settimana, per poi riprendere ad aumentare fino ad assestarsi sui valori che si avevano prima della gravidanza. Il calo di pressione è legato a diverse cause, ma quella più significativa riguarda l’aumento degli ormoni circolanti nel corpo e più specificamente del progesterone. Quest’ultimo è un ormone di tipo termogenico, capace cioè di aumentare la temperatura corporea e di conseguenza la vasodilatazione, fattore che spiega l’ipotensione. Inoltre, l’utero e la placenta richiedono una maggiore quantità di sangue e questo comporta una diminuzione del volume complessivo, visto che il sangue deve distribuirsi su un’area più ampia. Ancora, in gravidanza possono comparire problemi circolatori, profonda stanchezza e anemia, anch’essi responsabili dei giramenti di testa e della perdita di coscienza. Anche la temperatura esterna può influire sulla pressione: l’afa e il caldo favoriscono la vasodilatazione, cioè un “allargamento” del diametro di vene e arterie che provoca un maggior afflusso di sangue verso la cute e la perdita di elettroliti con la sudorazione, e contribuiscono, pertanto, ad abbassare ulteriormente la pressione.
Verso la fine dei nove mesi la pressione in gravidanza in genere si regolarizza. Solo in alcuni casi a determinare temporanei cali di pressione può intervenire un fattore meccanico: l’aumento di volume dell’utero, che va a comprimere la vena cava inferiore (che trasporta il sangue dall’addome e dalle gambe), rallenta l’afflusso di sangue al cuore con conseguente riduzione della pressione. Ciò accade soprattutto quando si rimane supine a lungo. Per evitare il problema basta mettersi sdraiate sul fianco sinistro e favorire così la circolazione sanguigna e il ritorno del sangue al cuore.
Il classico giramento di testa può presentarsi con diversi sintomi, a seconda della persona e dell’andamento della gravidanza: da un semplice capogiro estemporaneo e isolato, a vertigini frequenti, senso di debolezza, fino a un vero e proprio svenimento. Finché la pressione massima si mantiene al di sopra di 100 e la minima al di sopra di 70, di solito non si avvertono particolari disturbi. I capogiri si verificano quando la pressione si abbassa al di sotto di questa soglia e si riduce la quantità di sangue che giunge al cervello.
Per svenimento o sincope, si intende una perdita temporanea di coscienza. Inizialmente l’imminente crisi può essere preceduta da una sensazione di malessere, accompagnata da capogiri, vertigini; la vista inizia ad oscurarsi, le braccia si fanno pensanti, si avverte un senso di stanchezza. I suoni vengono percepiti come ovattati e si avvertono dei ronzii (detti acufeni). Si può provare anche nausea, la pelle può diventare fredda e umida. Tutte queste fasi si possono verificare in rapida successione, tanto che la donna si accascia a terra. In altri casi, invece, tutto avviene più lentamente e si ha il tempo di mettersi sdraiate. Dopo lo svenimento si può rimanere prive di sensi anche per uno o due minuti.
- Evitare movimenti bruschi, soprattutto passando dalla posizione supina a quella eretta; meglio alzarsi gradualmente, restando sedute per un po’ in modo da non cambiare posizione troppo velocemente.
- Non immergersi nell’acqua troppo calda, quando si fa il bagno, e comunque preferire la doccia
- Non stare in piedi troppo a lungo. Nel caso, cambiare spesso posizione e fare qualche piccolo esercizio per riattivare la circolazione.
- Evitare i luoghi molto affollati e non uscire nelle ore più calde della giornata.
- Sdraiarsi sul fianco sinistro (posizione che favorisce un’adeguata circolazione sanguigna), ed evitare la posizione supina, che ostacola il ritorno venoso.
- Non rimanere a digiuno. Per contrastare i giramenti di testa è utile fare piccoli spuntini nell’arco della giornata, anche fuori casa.
- Esporsi al sole con moderazione e soltanto nelle ore più fresche, bagnandosi spesso la pelle con un vaporizzatore.
- Bere molto, quando fa molto caldo in modo da reintegrare i liquidi persi: acqua (almeno un litro al giorno) e succhi di frutta o di verdura cruda che contengono molti sali minerali.
Fonti / Bibliografia
- Acufeni, Tinniti, Ronzio alle orecchie - ISSaluteGli acufeni sono un disturbo dell'orecchio percepito come rumori, ronzii o fischi. Esistono una serie di terapie e suggerimenti che possono aiutare a ridurre questo disturbo