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Durante la “dolce attesa” se la mamma assume farmaci antidolorifici a base di oppiacei in gravidanza, soprattutto nei primi mesi, incorre nel rischio di avere un figlio con difetti congeniti del tubo neurale, come la spina bifida. Lo afferma uno studio fatto da ricercatori statunitensi della Boston University. I risultati finali dello studio sono stati pubblicati sulla versione online della rivista Obstetrics & Gynecology e mostrano proprio come l’assunzione di antalgici che contengono sostanze oppiacee possono aumentare il rischio difetti congeniti alla nascita.
Difetti rari ma molto seri
I difetti del tubo neurale, come la spina bifida, sono piuttosto rari: si stima colpiscano circa il 2-3% dei nati vivi, tuttavia il rischio esiste, e per quanto possibile è meglio cercare di evitare che questa condizione possa verificarsi. Si tratta infatti di problemi molto seri e invalidanti. Già si sapeva che assumere integratori con acido folico fin da quando si cerca un figlio abbassa notevolmente il rischio. Un altro fattore di prevenzione, si è scoperto da poco, è proprio quello di evitare l’assunzione di antidolorifici in gravidanza.
12 anni di studi
La dottoressa Mahsa Yazdy, e i colleghi dello Slone Epidemiology Center della Boston University, hanno analizzato e confrontato i dati ricavati durante un periodo di 12 anni in cui sono state raccolte le testimonianze della madri di 305 bambini nati con difetti del tubo neurale e 20mila bambini nati sani, o che presentavano difetti non attribuibili all’assunzione di antidolorifici con oppiacei in gravidanza.
Sentire sempre il medico
Gli autori dello studio invitano tutte le donne in gravidanza di parlare con il proprio medico circa la necessità o meno di assumere, in caso di forti dolori, questo genere di farmaci, al fine di ridurre le possibilità che il proprio bambino possa essere a rischio.