Litio in gravidanza: fa male al bambino?

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 14/08/2018 Aggiornato il 14/08/2018

Il litio è il farmaco di riferimento per depressione grave e disturbo bipolare. Ma ci sono rischi a prenderlo in gravidanza. Ecco quali

Litio in gravidanza: fa male al bambino?

Una terapia a base di litio in gravidanza per prevenire la depressione grave può provocare malformazioni congenite nel nascituro e raddoppiare i tassi di riammissione in ospedale. Il litio aiuta a prevenire la depressione grave in persone con disturbo bipolare, che colpisce circa il 2% della popolazione mondiale e può avere un impatto molto forte durante gravidanza e nel post parto. Condizione psichiatrica cronica e ricorrente, il disturbo bipolare è caratterizzato da sbalzi di umore, con fasi euforiche e maniacali, alternate a periodi di depressione, in cui il rischio di suicidio è 15 volte superiore rispetto a quello della popolazione generale.

Il farmaco di prima scelta

Le Linee guida dell’American Psychiatric Association e del National Institute for Health and Care Excellence considerano il litio il gold standard nel trattamento delle fasi acute maniacali, nella profilassi delle recidive bipolari, nelle fasi depressive del disturbo bipolare e nella depressione ricorrente. Numerosi studi, quali una recente metanalisi pubblicata sul British Medical Journal, ne hanno confermato l’efficacia anche nel ridurre il rischio suicidario.

I pericoli nei nove mesi

Tuttavia, resta il dubbio sui potenziali rischi dell’assunzione di litio in gravidanza. I ricercatori della Icahn School of Medicine al Monte Sinai (Stati Uniti) hanno esaminato il rischio di malformazioni congenite, quali difetti cardiaci e complicanze della gravidanza, in 727 mamme esposte al litio rispetto e 21.397 con disturbi dell’umore che non assumevano questa sostanza. Il numero di bambini esposti al litio durante il primo trimestre ha presentato malformazioni una volta e mezzo più di frequente rispetto al gruppo non esposto (7,4% rispetto al 4,3%). Il rischio di riammissione dei neonati in ospedale entro 28 giorni dalla nascita è risultato quasi raddoppiato in quelli esposti al litio rispetto al gruppo non esposto (27,5% contro 14,3%).

Sì a dosaggio ridotto

Tuttavia, l’esposizione non è risultata associata a complicazioni della gravidanza o del parto, come pre-eclampsia, parto pretermine, diabete gestazionale o basso peso alla nascita. Data l’efficacia documentata del litio nella riduzione delle recidive di depressione grave, concludono gli esperti, si potrebbe raccomandare alle mamme che presentano il problema di continuare la terapia in una dose più bassa durante il primo trimestre o di interromperla e riavviarla concluso il primo trimestre o dopo il parto.

 
 
 

Da sapere!

Il disturbo bipolare colpisce circa 1 milione di italiani, soprattutto tra i 15 e 44 anni. L’insorgenza si verifica in genere intorno ai 20-30 anni.

 

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