Argomenti trattati
La cura della gestosi potrebbe arrivare da un nuovo studio dell’Università di Manchester, pubblicato sulla rivista Molecular and Cellular Proteomics, che dimosrtra come l’indentificazione di due proteine del sangue potrebbero predire il rischio di ammalarsi di preeclampsia durante la prima gravidanza. L’indagine, infatti, ha identificato due proteine come potenziali “biomarker”, cioè indicatori del pericolo di insorgenza di preeclampsia: si tratta delle glicoproteine specifiche della gravidanza 5 e 9 (PSG5 e PSG9).
Importante per la prima gravidanza
Mentre si sa che le donne che hanno già sofferto di gestosi risultano maggiormente a rischio nelle gravidanze successive, attualmente non esiste un modo per prevedere la vulnerabilità tra le primipare, cioè chi è al primo figlio. E ciò fa assumere allo studio un’importanza rilevante.
Malattia da seguire con molta attenzione
L’evoluzione della gestosi nel tempo è imprevedibile. Va identificata prima possibile. Se non viene seguita attentamente, infatti, può avere conseguenze anche molto serie: distacco della placenta, insufficienza renale acuta, edema polmonare, emorragia cerebrale e convulsioni. Il distacco di placenta è associato alle gravidanze ipertese. Si tratta di patologie potenzialmente letali sia per lo sviluppo del bambino sia per la madre.
Il legame con alcune “situazioni di rischio”
Molte teorie hanno cercato di collegare la gestosi con la presenza dei alcuni fattori di rischio: lesione delle cellule endoteliali, rigetto immunitario della placenta, compromessa perfusione placentare, alterata reattività vascolare, squilibrio tra prostaciclina e trombossano, diminuita la velocità di filtrazione glomerulare con ritenzione di acqua e sale, diminuzione del volume intravascolare, aumentata irritabilità del sistema nervoso centrale, coagulazione intravascolare disseminata, allungamento del muscolo uterino (ischemia), fattori dietetici e genetici, inquinamento atmosferico e obesità.