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In gravidanza un’adeguata esposizione al sole è considerata dagli esperti necessaria, affinché la mamma raggiunga un livello sufficiente di vitamina D, comunemente chiamata la “vitamina del sole”, essenziale per prevenire ritardi nella crescita e anomalie scheletriche, per lo sviluppo osseo del bambino e per un adeguato peso alla nascita rispetto all’età gestazionale.
Rischio di gestosi e di complicazioni
Recenti studi hanno suggerito che le donne in gravidanza con bassi livelli di vitamina D nel sangue, hanno un maggior rischio di complicazioni, come per esempio la gestosi e una maggiore probabilità di partorire con il cesareo.
I risultati sul bambino
I ricercatori continuano con i loro studi per dimostrare quanto la vitamina D sia importante durante la gravidanza. La dottoressa Eva Morales ha valutato quali quantità di vitamina D possono giocare un ruolo nello sviluppo cognitivo del bambino, misurando la concentrazione di vitamina D nel sangue di circa 2mila donne durante il primo e terzo trimestre di gravidanza. Lo sviluppo motorio, socio-emozionale, del linguaggio e il comportamento adattivo del bambino nei primi 14 mesi di vita, è stato valutato considerando la scala Bayley. La scoperta è stata che i bambini nati da donne con livelli di vitamina D considerati ottimali (maggiori di 30 nanogrammi per millilitro), presentavano maggiori abilità mentali e psicomotorie all’età di 14 mesi.
Le conclusioni dello studio
Le conclusioni dello studio, che rappresenta una novità in campo scientifico, sono rafforzate dal fatto che tale associazione si mantiene indipendentemente dal livello di educazione e dalla classe sociale dei genitori. Tuttavia, la mancanza di dati sul quoziente d’intelligenza (QI) dei genitori, non hanno permesso di valutare se la funzione cognitiva fosse legata a sufficienti livelli di concentrazione nel sangue di vitamina D, indipendentemente dal QI di mamma e papà. Certo, queste limitazioni sono forti e sarebbe anche interessante valutare se gli effetti della vitamina D siano solo temporanei o si possano mantenere nel corso della vita. Ma per questo bisognerà attendere i futuri sviluppi della ricerca.