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Dallo studio condotto da Rebecca Pears e dai colleghi dell’università di Bristol, nel Regno Unito, si è capito che la depressione in gravidanza aumenta il rischio che il nascituro sia a sua volta affetto da depressione a 18 anni. Insomma, le emozioni vissute dalla mamma durante la gestazione e nel primo periodo dopo la nascita possono “contagiare” il bambino.
Lo studio su 4.500 genitori e bambini
Durante l’indagine sono stati studiati 4.500 genitori e bambini ed è risultato chiaro come la depressione in gravidanza e post partum è risultata essere un fattore di rischio tra le madri con un basso livello di istruzione. Secondo i ricercatori e gli esperti la depressione adolescenziale sta diventando un problema di salute pubblica a livello mondiale e capire precocemente quali siano i fattori di rischio può permettere non solo una diagnosi precoce ma anche la prevenzione della malattia stessa.
Può colpire fino all’80% delle donne
La depressione in gravidanza e post partum viene chiamata Maternity blues (o maternità triste) e può colpire fino all’80% delle donne. È un “disturbo” emotivo leggero, di breve durata, che si manifesta durante la gestazione oppure a partire dal terzo o quarto giorno dopo il parto. È uno stato connotato da lieve variazione dell’umore in senso depressivo, labilità emotiva, episodi di pianto apparentemente immotivato di breve durata, tendenza a sopravvalutare le difficoltà, specie quelle associabili all’accudimento del bambino.
Alla base gli stravolgimenti ormonali
Secondo medici e ricercatori la prima causa nella depressione in gravidanza è rintracciata nei rapidi stravolgimenti ormonali e fisiologici che coinvolgono il fisico. In più, la preoccupazione legata al nuovo ruolo da assumere come genitore e le responsabilità collegate. A questi si possono sovrapporre dopo la nascita i fastidi legati al parto, alla montata lattea, alle difficoltà di allattamento, a difficoltà familiari legate alla gestione e all’organizzazione del “nuovo” quotidiano. Senza dimenticare la fatica emotiva riguardante l’assunzione di un nuovo ruolo nel sistema familiare e il contatto con il bambino reale, diverso da quello immaginato.