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Attenzione al raffreddore soprattutto in un periodo delicato come la gravidanza, perché l’uso di decongestionanti nasali – i comuni spray – soprattutto nei primi tre mesi di gravidanza, potrebbe provocare malformazioni fetali. Lo sostiene una ricerca condotta su 12.700 bambini nati con difetti e su 7.600 nati sani da un team della Boston University che ha dimostrato che alcuni tipi di decongestionanti, come quelli comunemente usati da chi soffre di raffreddore, anche allergico, possono causare alcuni difetti legati all’apparato digerente, alle orecchie e al cuore.
2-3% dei bimbi colpiti da malformazione
Secondo gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista scientifica American Journal of Epidemiology, le malformazioni fetali principali colpiscono circa il 2-3% dei bambini: alcuni richiedono un intervento chirurgico, ma non tutti mettono a rischio la vita del bambino. Tuttavia, l’uso di farmaci, compresi gli stessi decongestionanti nasali, deve essere limitato al massimo e soprattutto sempre autorizzato dal proprio ginecologo, anche quando si tratta di farmaci da banco, ossia quelli che si acquistano in farmacia senza l’obbligo di ricetta, come appunto i decongestionanti.
Serve particolare attenzione
I decongestionanti nasali sono una tipologia di farmaci, ampiamente utilizzata, ma le donne in gravidanza dovrebbero essere consapevoli dei loro effetti collaterali durante i primi mesi di gestazione. Dallo studio americano, infatti, è emerso che l’uso della fenilefrina, nei primi tre mesi di gravidanza, aumenta il rischio di malformazioni fetali a livello del cuore; mentre la fenilpropanolamina, presente anch’essa in alcuni decongestionanti, è stata associata ai difetti dell’orecchio e dello stomaco. Per la prima volta, i ricercatori hanno scoperto anche un collegamento tra la pseudoefedrina e difetti agli arti, mentre l’uso di imidazoline – trovato sia in spray decongestionanti nasali sia in colliri – sarebbe legato al rischio di avere un bambino con una connessione anormale tra la trachea e l’esofago. A oggi, tuttavia, i ricercatori non sono riusciti a spiegare il perché questi farmaci potrebbero provocare un alto numero di malformazioni fetali. L’invito, dunque, resta quello della massima cautela.