Porta il ferro in tavola per combattere l’anemia in gravidanza

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 16/08/2013 Aggiornato il 05/11/2019

Stanchezza, pallore, irritabilità e fiato corto sono sintomi che in gravidanza possono segnalare un problema di anemia da carenza di ferro

Porta il ferro in tavola per combattere l’anemia in gravidanza

Poiché la crescita del nascituro, soprattutto durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza ne richiede grandi quantità, è abbastanza frequente che l’organismo materno si trovi impoverito di ferro, soprattutto se le sue riserve erano già carenti all’inizio della gravidanza e se la dieta non è ben bilanciata.

La carenza di ferro può essere risolta adottando un’alimentazione più ricca di questo minerale e, solo se ritenuto necessario dal proprio medico, supplementandola con integratori specifici. 

Per i globuli rossi, ma non solo

Il ferro è un costituente essenziale dell’emoglobina, una proteina dei globuli rossi, che trasporta l’ossigeno ai tessuti. È necessario per “fabbricare” la mioglobina (altra proteina che immagazzina l’ossigeno nei tessuti) e per l’attività di vari enzimi, alcuni coinvolti nelle reazioni che producono energia.

In gravidanza aumenta la dose giornaliera

10 mg al giorno per l’uomo e per le donne dopo la menopausa, 18 per quelle in età fertile. Durante la gravidanza, il fabbisogno giornaliero ritenuto sufficiente per mantenere un adeguato livello di ferro nel sangue e ricostruirne le scorte è aumentato a 30 mg al giorno (fonte LARN).

Il feto deve poter costruire i suoi globuli rossi e prepararsi una riserva cui attingere nei primi mesi dopo la nascita e per fare questo assimila dalle riserve materne.

Gli alimenti SÌ

Per prevenire l’anemia, la prima regola è una corretta alimentazione rappresentata da una dieta che preveda l’apporto di tutti gli alimenti e in particolare di quelli più ricchi di ferro.

Carne, pesce e uova ne contengono buona quantità, in una forma che l’organismo utilizza al meglio. Dai vegetali come radicchio verde, rucola, spinaci e i legumi come fagioli e lenticchie l’assorbimento è meno facile, ma migliora se abbinati a cibi ricchi di vitamina C: agrumi, prezzemolo (fonte anche di ferro: 4,2 mg/100g), kiwi, cavolini di Bruxelles, fragole.

È, quindi, una buona  abitudine condire l’insalata e la verdura lessa con il limone anziché con aceto e mangiare un’arancia o bere un succo d’arancia subito dopo aver consumato una bistecca. Anche gamberi o pesci lessi o cotti alla griglia dovrebbero essere sempre accompagnati da un’abbondante spruzzata di limone e da una buona manciata di prezzemolo.

Semi oleosi e frutta secca

Anche semi di sesamo, pistacchi, mandorle e noci sono ottime fonti di ferro. Bisogna, però, stare attente a calorie e grassi. Come? Mangiando frutta secca come spuntino al posto di qualcos’altro e non in aggiunta.

Perché 3 noci (o 5 mandorle) danno in media 8 g di grassi e dalle 80 alle 90 calorie. All’incirca come 10 g di burro! I semi di sesamo, invece, oltre che per arricchire pane e dolci, si possono aggiungere a insalate, verdure cotte, minestre, zuppe.

Gli alimenti NO

I “fitati”, particolari elementi che tendono a ridurre l’assorbimento del ferro, sono presenti soprattutto nei cereali integrali e nella crusca.

Anche i “tannini” contenuti nel tè e nel caffè (compreso quello decaffeinato) possono legarsi al ferro, ostacolandone il suo assorbimento. È, quindi, sempre meglio berli un’ora prima o almeno un’ora dopo i pasti.

In breve

ANCHE VITAMINA B12 E ACIDO FOLICO: LE VITAMINE “ANTIANEMICHE”

L’aumentata produzione di globuli rossi in gravidanza spiega l’incremento di richieste, oltre che di ferro, anche di acido folico e di vitamina B12. Sono, infatti, entrambe essenziali per la formazione dei globuli rossi e perché intervengono direttamente nella formazione degli acidi nucleici (RNA e DNA), cuore delle cellule. 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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