Obesità infantile: la prevenzione inizia in gravidanza

Roberta Camisasca A cura di Roberta Camisasca Pubblicato il 23/04/2018 Aggiornato il 12/11/2019

Non si arresta l’epidemia di obesità infantile in Italia e nel mondo. Colpa di abitudini che la favoriscono fin dalla gravidanza

Obesità infantile: la prevenzione inizia in gravidanza

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’epidemia di obesità infantile si può fermare promuovendo l’assunzione di cibi sani e l’attività fisica, prevenendo i chili di troppo già prima del concepimento e in gravidanza, ponendo attenzione a dieta e attività fisica nei primi anni di vita e poi in età scolare. A livello globale, il numero di bambini obesi o in sovrappeso sotto i 5 anni di età è passato da 31 milioni nel 1990 a 41 milioni nel 2014, con un aumento della prevalenza dal 4,8% al 6,1%.

Abitudini sbagliate

Per quanto riguarda il problema dell’ obesità infantile in Italia, l’ultimo dato rilevato dal Sistema di sorveglianza Okkio alla Salute promosso dal ministero della Salute ha messo in luce la grande diffusione tra i bambini di abitudini alimentari errate: l’8% salta la prima colazione e il 33% la fa in modo inadeguato, condizionando negativamente l’equilibrio calorico del resto dei pasti, il 53% fa una merenda troppo abbondante e a tavola il 20% dei genitori dichiara che i figli non consumano quotidianamente frutta e verdura, mentre durante la giornata il 36% fa incetta di bevande zuccherate o gassate.

Strategie a tutto campo

A influire negativamente sull’ obesità infantile, sottolineano gli esperti, c’è un ambiente fortemente obesogenico, sempre più diffuso nella società moderna, che favorisce il diffondersi di abitudini alimentari dannose e comportamenti sedentari. Tra le raccomandazioni elaborate dalla Commissione, le tasse sulle bevande zuccherate, la riduzione del marketing sul junk food, il cibo spazzatura come merendine farcite e ipercaloriche, patatine fritte e cioccolato, la promozione dell’allattamento al seno, la limitazione di cibi ad alto contenuto di grassi, zucchero e sale nella prima infanzia, la promozione dell’attività fisica nei luoghi frequentati da bambini. In età scolare è importante definire gli standard per i pasti scolastici, bandire la vendita di alimenti e bevande non sani e rafforzare l’educazione fisica a scuola.

Da sapere!

Trend negativo anche sul fronte sport: il 23,5% dei bimbi svolge giochi di movimento non più di un giorno alla settimana, solo uno su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta.

Fonti / Bibliografia

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