Listeriosi: dopo l’allarme in Spagna cosa rischiano le future mamme

Miriam Cesta A cura di Miriam Cesta Pubblicato il 29/08/2019 Aggiornato il 14/11/2019

Continua l’epidemia di listeriosi, con oltre 193 contagi e tre decessi. Registrato anche un caso nel Regno Unito. Attenzione alle donne in gravidanza

Listeriosi: dopo l’allarme in Spagna cosa rischiano le future mamme

L’epidemia di listeriosi che ha colpito la Spagna nei giorni scorsi con 193 contagi confermati (oltre 530 quelli sospetti) e tre decessi ha varcato i confini nazionali: il ministero della Salute spagnolo ha infatti confermato il primo caso di infezione da batterio Listeria monocytogenes fuori dalla Spagna in un cittadino britannico che si sarebbe infettato durante la sua permanenza in Andalusia consumando carne contaminata.

Carne contaminata

A scatenare l’epidemia della tossinfezione alimentare che ha colpito soprattutto l’Andalusia sembrerebbe essere stato il consumo di carne mechada (affettato di arrosto di maiale tipico della regione) prodotta dalla società Magrudis, con sede a Siviglia, risultata contaminata dal batterio Listeria monocytogenes. Secondo il quotidiano spagnolo El Pais, infatti, sia il carrello del forno sia gli aghi da lardo utilizzati per produrre il particolare tipo di carne sono risultati positivi alla presenza del batterio.

Cos’è la listeriosi

La listeriosi è un’infezione causata dal batterio Listeria monocytogenes, comunemente presente nelle acque e nel terreno. Generalmente è dovuta all’ingestione di cibo contaminato e per questo motivo viene classificata fra le malattie trasmesse attraverso gli alimenti (tossinfezioni alimentari).

Diversi sono i cibi che possono risultare contaminati e trasmettere l’infezione:

  • pesce;
  • carne e verdure crude;
  • latte non pastorizzato;
  • formaggi a pasta molle;
  • cibi trasformati e pronti all’uso.

L’incubazione media della listeriosi è di tre settimane, ma può prolungarsi fino a 70 giorni.

I sintomi

La sintomatologia che accompagna la listeriosi è molto variabile, può essere assente o presentarsi simile a quella delle sindromi simil-influenzali:

  • febbre;
  • dolori muscolari;
  • malessere generalizzato;
  • spossatezza;
  • diarrea;
  • nausea;
  • vomito;
  • encefaliti;
  • meningiti;
  • forme acute di sepsi (questi ultimi sintomi sono tipici della forma più grave di listeriosi, detta anche “sistemica”, che dall’intestino si diffonde nel sangue e in tutto l’organismo, arrivando al sistema nervoso).

Attenzione alle future mamme

Se contratta da persone adulte e in salute solitamente non comporta gravi problemi; al contrario, particolare attenzione deve essere posta alle persone più fragili come anziani, malati e soggetti con le difese immunitarie compromesse, nei quali può avere conseguenze anche letali, e alle donne in gravidanza.

L’infezione contratta durante la gestazione, sebbene per la futura mamma possa sembrare una semplice influenza, può comportare serie conseguenze sul nascituro (morte fetale, aborto, parto prematuro), e una diagnosi in tempi brevi è fondamentale per permettere un trattamento antibiotico tempestivo che prevenga gravi conseguenze per il feto.

La prevenzione

Poiché il batterio Listeria monocytogenes è molto diffuso nell’ambiente e si trova comunemente nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione è praticamente impossibile scongiurare completamente il contagio. Per ridurre al minimo il rischio di infezione è fondamentale la dieta e il rispetto delle norme di buona prassi igienica nella preparazione dei cibi (valide per prevenire tutte le tossinfezioni alimentari):

  • cuocere completamente i cibi;
  • lavare con attenzione le verdure prima di consumarle;
  • separare le carni crude dalle verdure e dai cibi cotti e pronti al consumo;
  • non consumare prodotti lattiero-caseari se non si ha la certezza che siano prodotti con latte pastorizzato;
  • lavare scrupolosamente le mani e gli utensili da cucina dopo aver maneggiato alimenti crudi;
  • consumare in tempi brevi alimenti deperibili.

Da sapere!

In particolare i soggetti più a rischio come le donne in gravidanza dovrebbero avere anche l’accortezza di:

  • evitare il consumo di prodotti ittici affumicati, a meno che non siano inscatolati in forme che non deperiscono a breve scadenza;
  • evitare di mangiare panini contenenti carni o altri prodotti elaborati da gastronomia senza che questi vengano nuovamente scaldati ad alte temperature;
  • non mangiare paté di carne freschi e non inscatolati;
  • mantenere una buona pulizia del frigorifero.

Fonti / Bibliografia

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