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Non basta limitarlo ma, durante i nove mesi, sarebbe meglio non assumerlo proprio, anche se in questo periodo dell’anno i brindisi sono all’ordine del giorno! L’alcol, infatti, è una sostanza tossica in grado di oltrepassare la placenta e raggiungere il feto alle stesse concentrazioni con cui è stato assunto dalla madre, mettendone in pericolo lo sviluppo. Per questo fa male anche in piccolissime dosi, perché può rappresentare un serio rischio per la salute del nascituro. Lo sostiene l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) che specifica che anche bevendone poco ma spesso, l’alcol può avere effetti negativo sullo sviluppo e la crescita del bambino nel pancione.
La sindrome feto-alcolica
Lo dimostra uno studio sulla sindrome feto-alcolica diretto da Simona Pichini dell’Istituto Superiore di Sanità, condotto su 168 coppie mamma-neonato: è emerso che quantità modeste di alcol consumate durante tutta la gravidanza sono rilevabili sia nel capello materno sia nelle prime feci neonatali, il meconio. Il che significa che il bimbo nel pancione lo ha assorbito.
I rischi per il nascituro
Ma a quale rischio va incontro il feto per colpa dell’alcol? Il rischio è quello dei Fetal Alcohol Spectrum Disorder (FASD), vale a dire una serie di possibili danni causati dall’esposizione prenatale all’alcol:
- malformazioni alla nascita;
- disturbi dell’apprendimento;
- disturbi del comportamento;
- disturbi mentali.
Se si evita l’alcol in gravidanza, i Fasd sono prevenibili al 100%. L’Istituto Superiore di Sanità ha quindi ricordato alle future mamme che nei nove mesi non esistono quantità di alcol che possano essere considerate sicure o prive di rischio per il feto.
Inoltre, la presenza nella dieta della futura mamma di qualunque bevanda alcolica nuoce al feto senza differenze di tipo o gradazione: il feto non ha la capacità di metabolizzare l’alcol che perciò danneggia direttamente le cellule cerebrali e gli organi in formazione.
Danni irreversibili
Secondo le indicazioni dell’ISS è opportuno non consumare bevande alcoliche nemmeno durante l’allattamento al seno e ricorda che i danni causati dall’esposizione prenatale all’alcol sono irreversibili e non curabili.