Iodio: 1 donna su 3 non sa che in gravidanza ne serve di più

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 22/06/2015 Aggiornato il 07/11/2019

Durante i nove mesi il fabbisogno di iodio aumenta. Solo poche donne però lo sanno e fanno la giusta prevenzione. Ecco con quali rischi

Iodio: 1 donna su 3 non sa che in gravidanza ne serve di più

Se tutte, o quasi, le donne incinte sanno che durante i mesi di gravidanza devono assumere integratori di acido folico, solo una su tre è consapevole del fatto che anche il fabbisogno di iodio va aumentato, se serve anche ricorrendo ad appositi integratori integratori. Lo rivela un’indagine condotta recentemente dalla Siedp, la Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica.

Un sondaggio su 700 genitori

Il sondaggio ha coinvolto 700 genitori (568 mamme e 132 papà) di 10 regioni diverse. Tutti sono stati invitati a rispondere a una serie di domande riguardanti la dieta e le abitudini alimentari degli italiani e il fabbisogno di iodio nelle diverse epoche della vita. Lo scopo era capire se la popolazione sa che il fabbisogno di iodio aumenta durante la gravidanza e anche nei neonati.

La metà delle donne non fa nulla

L’analisi dei risultati ha confermato ciò che gli esperti temevano: le mamme non sono sufficientemente informate sui rischi connessi a una carenza di iodio nei nove mesi.

In particolare, la ricerca ha evidenziato che ben il 30% delle donne non è consapevole dell’importanza dello iodio durante l’attesa e non sa che nei nove mesi il suo fabbisogno aumenta, tanto che il 53% non fa nulla per prevenire la carenza nutrizionale di questo elemento prima di rimanere incinta.

Eppure, la maggior parte delle intervistate, il 69,8%, ha dichiarato di sapere che i neonati hanno un bisogno elevato di iodio, e addirittura il 73,8% che il latte materno è ricco di questa sostanza.

Poche le eccezioni

Solo una piccola percentuale di donne si è impegnata fin da prima del concepimento per assicurare al proprio organismo la giusta scorta di iodio. Il 23,5% l’ha fatto ricorrendo al sale iodato, il 20,8% a integratori specifici e il 17,1% ad alimenti arricchiti. Di queste mamme maggiormente consapevoli, però solo il 35,5% ha continuato a fare prevenzione per tutta la gravidanza e anche l’allattamento.

La tiroide del feto non funziona nelle prime settimane

In effetti, lo iodio è una sostanza fondamentale per la tiroide, che senza di esso non riesce a lavorare correttamente e a produrre ormoni fondamentali per l’organismo.

Durante le prime settimane di gestazione, la ghiandola tiroidea del feto non funziona, per cui è quella della mamma a dover fare un doppio lavoro. Per questo, la tiroide di una donna in attesa è stressata e sovrastimolata e ha bisogno di una maggior quantità di iodio. In particolare, se già prima della gravidanza aveva problemi.

Una tiroide ipofunzionante, cioè che lavora meno di quanto dovrebbe, infatti, potrebbe causare estrema stanchezza nella mamma e provocare aborti e nascite premature, oltre che conseguenze al feto: questo perché gli ormoni tiroidei servono alla formazione del sistema nervoso centrale e alla plasticità del cervello.

Quanto ne serve

Se il fabbisogno giornaliero di iodio è di 90 microgrammi per i bambini fino ai sei anni, di 120 microgrammi per i preadolescenti e di 150 microgrammi per gli adolescenti e gli adulti, aumenta a 250 microgrammi per le donne gravide e che allattano.

In breve

PER NON CORRERE RISCHI

Lo iodio è presente in pochi cibi, soprattutto in crostacei e molluschi, anche surgelati. Per non rischiare carenze, la cosa migliore, è utilizzare il sale iodato, arricchito appunto con questo elemento, al posto del normale sale da cucina, ed eventualmente appositi integratori, che possono essere prescritti dal ginecologo o dall’endocrinologo.

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