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In gravidanza gli integratori di ferro-acido folico assunti due volte alla settimana hanno un effetto migliore di quelli somministrati quotidianamente. Ad affermarlo è uno studio della University of Melbourne, Australia, sulla dieta in gravidanza e pubblicato sulla rivista PLoS Medicine. I benefici sono importanti per lo sviluppo cognitivo dei bambini, che risulta migliore, e per il tasso di aderenza uterina, che è superiore.
Per combattere l’anemia
Lo studio si rivela importante soprattutto quando la condizione di salute della donna è compromessa dall’anemia, una condizione abbastanza frequente in gravidanza.
Importanti gli integratori
I ricercatori, esaminando un gruppo di donne in gravidanza volontarie, hanno scoperto che quelle che assumevano due volte alla settimana integratori di ferro-acido folico avevano poi partorito bambini con uno sviluppo cognitivo migliore e anche il tasso di aderenza uterina era risultato superiore, rispetto al gruppo di gestanti che avevano assunto gli integratori quotidianamente. Questo tipo di integratori aiuta a colmare le carenze alimentari o gli aumentati fabbisogni organici di ferro, vitamina C e acido folico.
Un elemento indispensabile
Il ferro è un elemento indispensabile per l’organismo, essendo un costituente essenziale di molecole quali l’emoglobina (contenuta nei globuli rossi), la mioglobina (presente nel muscolo striato) e i citocromi (contenuti soprattutto nelle cellule epatiche). È evidente che una sua carenza comporti la comparsa di manifestazioni patologiche. Paradossalmente, tuttavia, un eccesso di ferro, soprattutto se in forma di radicali liberi può condurre a malattie addirittura più pericolose di quelle dovute alla carenza.
In breve
CHE COSA SUCCEDE QUANDO MANCA IL FERRO
La carenza di ferro è una delle condizioni più frequenti nel mondo, sia nei Paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo, anche se per cause fondamentalmente diverse. L’anemia sideropenica è la forma più comune. Nei Paesi del Terzo mondo può interessare fino al 50% di certi strati della popolazione (bambini e donne in età fertile). In Europa (inclusa l’Italia) le fasce di età a maggior rischio sono i 20 – 40 anni per le donne e dai 60 in su per gli uomini.