Argomenti trattati
Da quando è scoppiata la pandemia di Covid-19, tutti (o quasi) abbiamo un po’ paura di andare in ospedale. Alcuni sono addirittura terrorizzati ed evitano qualsiasi tipo di controllo per il timore del contagio. Purtroppo questo timore non risparmia nemmeno le future mamme, che però non dovrebbero mai rinunciare alle visite e agli esami previsti nei nove mesi, necessari per valutare l’andamento della gravidanza. Purtroppo, l’emergenza sanitaria sta avendo un forte impatto sulle donne incinte e anche su quelle che hanno appena partorito.
Gli ospedali sono luoghi sicuri
È vero che l’ospedale è uno dei pochi luoghi in cui si ha la quasi certezza di incontrare persone positive al nuovo Coronvirus e in cui il Covid-19 è quasi sicuramente presente, ma non bisogna dimenticare che si tratta anche di uno degli ambienti più sicuri. Infatti, esistono percorsi Covid e non Covid, tutti sono obbligati a indossare le mascherine di protezione e prima di accedere alla struttura viene fatto un attento triage.
In aggiunta, le persone che hanno o potrebbero aver contratto il virus vengono ricoverate in aree e reparti appositi. Quindi, non bisogna temere di ammalarsi. Anche le future e le neomamme devono stare tranquille: in molti ospedali hanno già un percorso dedicato, separato da quello riservato agli altri pazienti.
Non bisogna rinunciare ai controlli
Occorre tenere presente che durante la gravidanza è necessario eseguire ecografie, analisi del sangue, tamponi, visite ginecologiche in epoche prestabilite. Non serve medicalizzare la gestazione, ma alcuni controlli sono imprescindibili. È importante non rinunciarvi, per monitorare la salute del feto e anche la propria.
Il parere dell’esperto
Anche in epoca Covid-19 è fondamentale rispettare le indicazioni di ginecologo e/o ostetrica sulle visite da fare. “Le future mamme stanno evitando di andare in ospedale, pensando che quello sia l’inferno. Si sottraggono perché pensano che ci sia più pericolo di contagio e saltano anche il controlli inderogabili, quelli dell’ultimo trimestre. Si teme di essere in pericolo nelle strutture sanitarie. Ma non è così” ha confermato Maria Vicario, presidente Federazione nazionale degli Ordini della professione di ostetrica (Fnopo).
Il peso della solitudine
Oltre che con la paura del contagio, le future e le neomamme in questa pandemia devono fare i conti anche con la solitudine. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, non è permesso andare alle visite e alle ecografie con il compagno. In questi ultimi anni, la gravidanza era finalmente diventata un evento condiviso anche dal futuro papà. Ora, invece, le norme Covid-19 vietano la sua presenza in ospedale.
Anche le fasi che precedono e seguono il parto avvengono spesso in solitudine. Rispetto alla prima fase, ora molte strutture permettono ai papà di accompagnare la donna e di seguirla in alcune fasi del travaglio, del parto e del dopo parto, ma in genere l’uomo non è libero di stare con la compagna e il figlio come succedeva prima. Nei giorni successivi alla nascita, poi, la neomamma non può più ricevere visite, per cui non può contare sul conforto e l’appoggio di amici e parenti.