Come curare la sindrome del tunnel carpale in gravidanza?

Paola Risi A cura di Paola Risi Pubblicato il 13/05/2022 Aggiornato il 13/05/2022

Nel corso dei nove mesi può capitare spesso che alla futura mamma si addormentino le mani, compaia formicolio o addirittura dolore. Ecco come curare la sindrome del tunnel carpale in gravidanza

Come curare la sindrome del tunnel carpale in gravidanza?

La Sindrome del tunnel carpale (Stc) è un disturbo che crea dolore e formicolii alla mano e colpisce con più frequenza le donne di età compresa tra i 40 e i 60 anni. A provocarla è la compressione del nervo mediano, un nervo periferico che dall’ascella, passando attraverso il braccio, raggiunge le prime tre dita della mano: all’altezza del polso questo nervo scorre all’interno di un canale – detto appunto tunnel carpale – formato da una parte superiore (il legamento palmare traverso) e da una inferiore (le ossa del polso), in cui passano anche i 9 tendini diretti ai muscoli flessori delle dita.  Ecco come curale a sindrome del tunnel carpale in gravidanza con i consigli della dottoressa Daniela Fantini, ginecologa.

Perché fanno male le mani in gravidanza?

Per ragioni diverse, il legamento traverso e le guaine che rivestono i tendini possono inspessirsi determinando la riduzione dello spazio disponibile nel canale che, a sua volta, causa la compressione del nervo mediano suscitando una sensazione di dolore. All’origine del restringimento del tunnel possono essere identificati:

– disturbi, quali l’artrosi, l’artrite reumatoide, l’insufficienza renale cronica o il diabete;

– traumi o infortuni al polso;

– prolungata ripetizione di movimenti di flesso-estensione del polso (per questo motivo la Stc colpisce soprattutto chi usa molto questa zona della mano: operatori di computer, casalinghe, musicisti);

– variazioni del regolare equilibrio ormonale tipiche di condizioni come la gravidanza.

Sono, di fatto, proprio gli squilibri ormonali caratteristici dell’attesa ad aumentare l’incidenza del disturbo nelle donne incinte: tra le conseguenze da essi determinate rientra pure il rigonfiamento dei tessuti che può interessare anche parte delle strutture che compongono e passano all’interno del tunnel carpale: il restringimento dello spazio che ciò provoca, come accennato, è all’origine del dolore in corrispondenza del nervo mediano.

Quali sono i sintomi del tunnel carpale?

Inizialmente la sindrome si manifesta attraverso il formicolio delle prime 3 o 4 dita e la sensazione di intorpidimento e gonfiore della mano, in particolare al risveglio la mattina e durante la notte,

In un secondo tempo compaiono anche dolore, che può estendersi dalla mano e dal polso fino alla spalla, diminuzione della sensibilità tattile delle dita e della forza prensile della mano (con particolare riferimento ai cosiddetti “movimenti fini”, cioè quelli che si effettuano, per esempio, allacciandosi le stringhe di una scarpa). Nella gran parte dei casi il disturbo risulta bilaterale. Ecco come curare la sindrome del tunnel carpale in gravidanza.

Come alleviare il dolore al tunnel carpale in gravidanza?

A seconda dei sintomi, il medico può prescrivere riposo della mano (in alcuni casi associato all’uso di uno specifico tutore), fisioterapia, assunzione di antinfiammatori, analgesici o cortisonici, terapia iniettiva (infiltrazioni di ossigeno-ozono e mesoterapia).

Se questi trattamenti non dovessero risultare efficaci o in caso di sintomi particolarmente intensi, potrebbe essere opportuno procedere con un intervento chirurgico che prevede l’incisione del legamento traverso del carpo allo scopo di aumentare lo spazio a disposizione del nervo mediano.

 

 

 

 
 
 

In sintesi

Come faccio a sapere se ho il tunnel carpale?

Per accertarsi che si tratti di Stc, vanno eseguiti due test specifici:

– il test di Pahlen: nel caso si tratti di Stc, mantenendo il polso per circa un minuto in flessione o estensione, si dovrebbe avvertire un formicolio;

– il test di Tinel: in presenza del disturbo, un colpo di martelletto sulla parte anteriore del polso dovrebbe suscitare una “scossa” lungo il nervo mediano;

– l’elettromiografia: questo esame verifica presenza e intensità del rallentamento della conduzione nervosa e consente una diagnosi certa.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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