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Il bruciore di stomaco o pirosi gastrica rientra tra i sintomi più comuni della gravidanza e tende a manifestarsi soprattutto nell’ultimo trimestre. La sua comparsa è quasi sempre causata dal reflusso gastroesofageo, un disturbo che colpisce circa la metà delle donne incinte in quanto è favorito da alcune condizioni tipiche dell’attesa. Ecco come calmare il reflusso in gravidanza con i consigli della dottoressa Daniela Fantini, ginecologa presso il consultorio Cemp di Milano.
Cosa provoca il reflusso in gravidanza?
A stimolare la comparsa del reflusso in gravidanza sono sia le variazioni ormonali tipiche dei nove mesi sia la progressiva crescita dell’utero che preme contro lo stomaco.
- L’aumento del progesterone. Sin dall’inizio della gestazione si intensifica la produzione del progesterone, un ormone che predispone l’organismo della futura mamma ad accogliere lo sviluppo del feto e a prepararsi al parto e che, tra i vari effetti, determina un generale rilassamento di muscolatura, tessuti e organi interni. Ciò spiega anche la minore tonicità della muscolatura di esofago e cardias, il cui meccanismo di chiusura può quindi essere meno efficace.
- L’ingrossamento dell’utero. Con il passare dei mesi il feto cresce e con esso anche l’organo che lo contiene, arrivando – a partire dal terzo trimestre – a esercitare una pressione crescente su tutti gli organi circostanti, compreso lo stomaco che viene spinto verso l’alto. La stessa pressione viene esercitata sul cardias che, già meno tonico per azione del progesterone, tende ad aprirsi più facilmente agevolando ulteriormente il passaggio dei succhi gastrici dallo stomaco all’esofago.
Cosa fare per far passare il reflusso?
Considerando che queste condizioni sono transitorie e strettamente connesse alle modificazioni che il corpo della donna subisce nell’attesa, il reflusso gastroesofageo e con esso i bruciori di stomaco tendono quasi sempre a scomparire dopo il parto. Vero è però che, in particolare negli ultimi tre mesi di gravidanza, possono essere molto fastidiosi per la futura mamma, determinando in diversi casi anche l’intensificazione di altri disturbi come nausea e il vomito. Per questo è importante seguire alcune semplici regole inerenti l’alimentazione e lo stile di vita al fine di ridurre il reflusso e i suoi effetti.
- Mangiare poco e spesso. È anche importante masticare a lungo. Evitando la condizione di “stomaco vuoto” si riducono le probabilità di risalita delle sostanze acide. L’ideale sarebbe fare 5 pasti leggeri a giornata (colazione/spuntino di metà mattinata/pranzo/ merenda/cena).
- Non fumare. Oltre alle ben note controindicazioni relative al fumo in gravidanza, la nicotina contribuisce anche a rilassare i muscoli del cardias e a stimolare la produzione di acidi gastrici. Va evitato anche il fumo passivo.
- Non coricarsi subito dopo mangiato. Bisognerebbe aspettare almeno un paio d’ore per favorire la digestione. In ogni caso, soprattutto quando si fa il riposino pomeridiano, è consigliabile stare semisdraiate utilizzando un paio di cuscini dietro la schiena al fine di ostacolare la risalita dei succhi gastrici.
- Bere tanta acqua. Questo semplice accorgimento contribuisce a ridurre il livello di acidità nello stomaco (l’acqua va ingerita a piccoli sorsi). Consigliate anche le tisane a base di camomilla e di malva per le loro proprietà lenitive.
Cosa non si deve mangiare con il reflusso?
In caso di reflusso gastroesofageo è bene evitare alcuni alimenti. In particolare grassi saturi, cibi fritti, piatti molto speziati, cioccolato, succhi di frutta, bevande gassate, zuccherate e alcoliche, agrumi, pomodori e caffè sono particolarmente irritanti per lo stomaco e andrebbero evitati.
Cosa mangiare per far passare il reflusso?
In caso di reflusso è bene consumare verdure, finocchi, patate, zenzero, mele, banane, ananas, mandorle, farina d’avena, carni magre come pollo e tacchino, grassi insaturi (avocado, noci, semi di lino): tutti questi alimenti hanno un’azione benefica.
Cosa si può prendere per il reflusso in gravidanza?
Nel caso le corrette abitudini non bastassero ad alleviare l’acidità e i bruciori fossero contraddistinti da una particolare intensità e persistenza, il medico può prescrivere alla futura mamma dei farmaci al fine di evitare il rischio di un’infiammazione dell’esofago (esofagite). Quelli più utilizzati in gravidanza perché non dannosi per il feto sono gli alginati, medicinali a base di sodio alginato che – a contatto con le sostanze acide presenti nello stomaco – si trasforma in gel, creando una sorta di barriera che ne impedisce, in modo meccanico, la risalita nell’esofago.
Come capire se è reflusso?
Fonti / Bibliografia
- Esofagite: disturbi, cause e cure - ISSaluteL'esofagite è un'infiammazione dell'esofago causata principalmente dal reflusso gastroesofageo, ma può essere provocata anche da infezioni, allergie, alcuni farmaci, radioterapia, ingestione di sostanze caustiche e alcune malattie