Il timore che la cintura di sicurezza rappresenti un pericolo per il feto spinge diverse donne in attesa a ritenere di non doverla indossare in auto: in realtà, come dimostrato da diverse ricerche, il mancato utilizzo di questo dispositivo in gravidanza aumenta in modo molto consistente i rischi di traumi o di decesso che la gestante e, di conseguenza, il nascituro correrebbero in caso di incidente rispetto a quelli potenzialmente determinati dagli stessi sistemi di ritenuta.
La cintura di sicurezza, a fronte di un forte impatto del veicolo, blocca il corpo ed evita che, proiettandosi in avanti, vada a sbattere contro il parabrezza o il sedile o, nei casi più estremi, venga sbalzato all’esterno dell’abitacolo. Per farlo, esercita inevitabilmente una pressione su tutto il corpo, compresa la parete addominale che, una volta superate le prime settimane di attesa, è molto vicina a quella dell’utero: una forte pressione in quest’area potrebbe causare un distacco della placenta o un parto prematuro (peraltro favorito anche da altri fattori connessi all’incidente, a partire dal forte spavento, che potrebbero stimolare un precoce avvio delle contrazioni).
Va però anche ricordato che il feto è protetto dal liquido amniotico e l’utero fino alla 12a settimana è riparato dall’osso pubico. Quindi, per quanto presenti questi rischi potenziali, utilizzare la cintura in gravidanza è di gran lunga più sicuro che non farlo: ecco perché si consiglia fortemente di indossarla ogni volta che si viaggia in auto durante tutti i 9 mesi.
L’articolo 172 del Codice della Strada prevede la possibilità di esonero dall’uso delle cinture di sicurezza per le donne in stato di gravidanza “sulla base della certificazione rilasciata dal ginecologo curante che comprovi condizioni di rischio particolari conseguenti al loro utilizzo”: non sta quindi alla futura mamma decidere se è meglio o no ricorrere a questo dispositivo, in quanto la legge ne impone l’utilizzo a tutti i ”conducenti e passeggeri dei veicoli adibiti a trasporto sia di persone sia di merci”. Solo al medico curante, che se ne assume la totale responsabilità, spetta individuare le possibili condizioni di rischio che giustifichino l’esonero: tali condizioni, peraltro, sono molto limitate proprio in considerazione dell’alto rischio che non usare la cintura comporta. La gestante esonerata deve portare sempre con sé la certificazione rilasciata dal ginecologo che va esibita se richiesta dalla polizia.
Il mancato utilizzo delle cintura di sicurezza prevede varie sanzioni:
- la multa compresa tra 81 e 326 euro;
- la decurtazione di 5 punti dalla patente;
- la sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi in caso di una seconda infrazione entro due anni dalla prima.