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C’è chi la chiama cartella clinica, chi scheda o diario della gravidanza. A prescindere dal termine scelto, che varia in base al professionista, alla struttura sanitaria e al distretto sanitario di riferimento, si tratta di un “contenitore” di informazioni, che raggruppa, in ordine cronologico, tutti i dati relativi alla gestazione. Dai risultati delle analisi del sangue agli aumenti di peso corporeo della futura mamma. Ecco qualche spiegazione utile per capire che cos’è e come si legge.
Un diario della dolce attesa
La realtà è meno romantica e più pratica di quanto la definizione possa far credere. Se è vero che la cartella clinica della gravidanza è una sorta di diario della dolce attesa, è anche vero che non raccoglie i pensieri e le emozioni della futura mamma, ma i dati medici che di romantico hanno ben poco.
Fin dalla prima visita
Solitamente, lo specialista – il ginecologo o l’ostetrica – cui la gestante ha scelto di affidarsi, consegna a quest’ultima la cartella clinica della gravidanza durante la prima visita. Questo documento, da esibire in occasione di tutte le visite e dei controlli successivi, è costantemente aggiornato dal medico.
Come leggere i dati
Non trattandosi di un documento standard ne esistono varie versioni, ma, nella maggior parte dei casi, si tratta di una cartella medica, scadenzata temporalmente (in base alle settimane di gravidanza, alle visite, agli esami e ai controlli da fare periodicamente). Per ciascun periodo, ogni controllo e ciascun esame diagnostico, lo specialista riporta i risultati ottenuti.
Settimana per settimana
In particolare, settimana dopo settimana, la cartella medica della gravidanza raccoglie le variazioni di peso della gestante, i suoi livelli di pressione sanguigna e i risultati degli esami. In quest’ultimo gruppo rientrano gli esiti delle analisi del sangue, delle urine, delle ecografie e degli eventuali esami di diagnosi prenatale, come il tritest, la translucenza nucale o il test combinato (test di screening per la sindrome di Down, altre anomalie cromosomiche e difetti del tubo neurale), l’amniocentesi e la villocentesi (test che prevedono il prelievo di liquido amniotico o villi coriali per la diagnosi prenatale di anomalie cromosomiche).