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Il legame fra una mamma e il suo bambino è davvero unico e speciale. Cresce giorno dopo giorno, fin dalla gravidanza. E, infatti, numerosi studi hanno dimostrato che i comportamenti assunti nei nove mesi hanno molte ripercussioni sul bebè. Anche cantare al pancione è un’abitudine che lascia il segno, sia nel breve sia nel lungo periodo. La conferma arriva da una ricerca condotta da un team di studiosi italiani, dell’università di Milano-Bicocca, pubblicata sulla rivista “Women and Birth”.
Studiati i comportamenti delle future mamme…
Lo studio ha coinvolto 168 donne, che al momento dell’arruolamento erano incinte da 24 settimane. Tutte sono state seguite fino a qualche mese dopo il parto. Gli esperti le hanno invitate a rispondere ad alcuni questionari riguardanti i comportamenti assunti durante la gestazione e dopo la nascita del piccolo. In particolare, hanno chiesto loro se avessero l’abitudine o meno di cantare al pancione e al neonato. Sulla base delle loro attitudini le hanno divise in due gruppi: il primo era composto da 83 donne che rivolgevano spesso ninna nanne e altre canzoncine al bimbo dentro e fuori l’utero, l’altro invece da 85 donne “silenziose”.
… e dei loro bebè
Una volta nati i bambini, gli studiosi hanno osservato i loro comportamenti. Inoltre, hanno chiesto alle mamme di descrivere indole, atteggiamenti, abitudini dei bebè. Lo scopo era capire se i figli delle donne “canterine” si comportassero allo stesso modo di quelli delle altre. Non solo. Gli autori hanno anche valutato il legame mamma-bambino prima e dopo la nascita, attraverso due misurazioni scientifiche: il Prenatal attachment inventory (Pai) e la scala Mother-to-infant bonding scale (Mibs).
Più canto, meno pianto
Dall’analisi dei risultati è emerso che effettivamente cantare al pancione e al bebè produce diversi effetti. In primo luogo rafforza il rapporto mamma-bebè: se nei due gruppi non sono state rilevate differenze significative sull’attaccamento prenatale, era invece evidente un maggiore attaccamento alla mamma nei primi tre mesi di vita dei piccoli cresciuti con le ninna nanne. Più basso anche lo stress materno percepito (29,6% contro 36,5%). In secondo luogo, i bimbi nati dalle donne che durante la gravidanza e dopo il parto erano solite intonare canzoni e ninna nanne tendevano a piangere di meno dei loro coetanei. In particolare, gli studiosi hanno calcolato che l’incidenza di vagiti nel primo mese di vita era pari al 18,5% nel gruppo di bimbi nati da mamme canterine, mentre saliva al 28,2% nei bimbi che non erano stati esposti al canto materno.
Effetti benefici anche sulle coliche
Le coccole sonore hanno avuto effetti benefici anche nei confronti delle tanto temute coliche gassose. Infatti, gli esperti hanno notato che i bimbi che avevano potuto godere del canto materno, in caso di crisi, nel primo mese di vita piangevano per circa un quarto del tempo rispetto agli altri. Risultati positivi si sono registrati anche nel secondo mese di vita.