Argomenti trattati
Fumare cannabis durante la gravidanza potrebbe comportare variazioni nello sviluppo della struttura cerebrale del nascituro. La scoperta è stata effettuata da un gruppo di studiosi dell’University Medical Center (Paesi Bassi) e pubblicata sulla rivista Biological Psychiatry: secondo le evidenze riscontrate, i bambini esposti prima della nascita alla cannabis hanno una più spessa corteccia prefrontale, la regione del cervello coinvolta nella cognizione complessa, nel processo decisionale e nella memoria di lavoro.
Abitudine piuttosto diffusa
Secondo le stime le donne che farebbero uso di cannabis durante la gravidanza sarebbero tra il 2 e il 13% in tutto il mondo. Spiega Hanan El Marroun, una delle autrici dello studio: “questa ricerca è importante perché l’uso della cannabis durante la gravidanza è relativamente comune e sappiamo molto poco circa le possibili conseguenze sullo sviluppo del cervello”.
Effetti diversi dal tabacco
Nel corso della ricerca gli studiosi hanno sottoposto a risonanza magnetica per immagini il cervello di 54 bambini, dai 6 agli 8 anni d’età, che prima della nascita erano stati sottoposti al fumo di cannabis, e hanno poi confrontato le risonanze con quelle di 96 bambini esposti prima della nascita solo al tabacco e con quelle di altri 113 bambini che, invece, non erano stati esposti né al tabacco, e né alla cannabis (e utilizzati, quindi, come gruppo di controllo). Dai risultati è emerso che, sebbene non siano state riscontrate differenze nel volume complessivo del cervello nei bambini esposti alla cannabis, i bambini esposti solo al tabacco e quelli esposti sia al tabacco sia alla cannabis presentavano differenze nello spessore della corteccia prefrontale, suggerendo che l’esposizione al fumo di cannabis sortisce effetti diversi rispetto al fumo di solo tabacco.