Ridatazione della gravidanza: come e quando

Laura de Laurentiis A cura di Laura de Laurentiis, con la consulenza di Gaetano Perrini - Dottore specialista in Ginecologia Pubblicato il 28/09/2020 Aggiornato il 20/08/2024

Il dottor Gaetano Perrini ci spiega il concetto di ridatazione della gravidanza con l’ecografia e quando e come cambiano i conteggi rispetto alle settimane di gravidanza e alla presunta data del parto in base a questa.

Ridatazione della gravidanza: come e quando

La gravidanza umana ha una durata media di 40 settimane ed è a queste 40 settimane che tradizionalmente ci si riferisce quando si calcola la data del parto che va detto è sempre “presunta”. Presunta perché di fatto, la durata della gravidanza può oscillare da 38 a 42 settimane (quindi di due settimane in più o in meno rispetto alle 40) , sempre rimandendo nell’ambito della durata fisiologica, cioè del tutto normale.

Le 40 settimane e di conseguenza la data del parto  si contano a partire dalla data di inizio dell’ultima mestruazione, basandosi sull’ipotesi che l’ovulazione avvenga intorno al 14mo giorno del ciclo  mestruale. Il ciclo mestruale è l’intervallo di tempo che intercorre tra l’inizio di una mestruazione e l’inizio di quella successiva ed è sbagliato usare, come spesso avviene, questa locuzione per definire le mestruazioni o il periodo in cui le mestruazioni compaiono. Le mestruazioni sono il flusso di sangue, il ciclo mestruale è il periodo compreso tra il primo giorno di una mestruazione e il primo giorno di quella successiva.

Per convenzione …

Il ciclo femminile, per convenzione, viene considerato di 28 giorni.

L’ovulazione per convenzione si teorizza avvenga a metà del ciclo di 28 giorni, quindi appunto intorno al 14mo giorno.

In realtà …

Nella pratica però il ciclo mestruale può essere più lungo o più corto di 28 giorni: la durata è diversa da donna a donna ed è generalmente compresa tra 24 e 35 giorni. La variazione rispetto ai 28 giorni non è significativa.  

Nella pratica l’ovulazione può, dunque, avvenire più avanti o prima del 14mo giorno del ciclo, in quanto si verifica più o meno a metà ciclo: ecco perché la data del parto può essere solo presunta e mai certa.

La prima datazione col calendario ostetrico

La prima datazione della gravidanza si effettua grazie al calcolo ostetrico convenzionale, che consiste nel contare le settimane di gravidanza a partire dalla data di inizio dell’ultima mestruazione.

Per fare un esempio, se l’ultima mestruazione fosse arrivata il 1° luglio, il 12 agosto un’eventuale gravidanza si collocherebbe alla 6° settimana finita. La data presunta del parto sarebbe il 7 aprile 2021.

La ri-datazione con l’ecografia

E’ possibile però, come appunto succede in caso di cicli più lunghi o più corti di 28 giorni o, comunque, di mestruazioni irregolari, che l’ovulazione avvenga prima o dopo la previsione.  E’ l’ecografia che permette di avere un’idea molto precisa dell’epoca della gravidanza e a stabilire con sicurezza in che settimana la donna si trova, al di là del calcolo ostetrico.

L’ecografia di ridatazione si fa una volta sola, in genere in occasione del controllo ecografico che si effettua intorno all’11-12 settimana. In quest’epoca infatti le parti scheletriche del bambino si vedono bene e, di conseguenza, si può eseguire una misurazione ottimale. La ridatazione viene fatta prendendo in considerazione il diametro biparietale, cioè la grandezza della testina.  

Per multipli di sette: ecco come cambia la data

La ridatazione della gravidanza, per convenzione, si effettua per multipli di sette rispetto alla datazione convenzionale.

Se, in base al calcolo ostetrico, la gravidanza si colloca esattamente all’inizio dell’ottava settimana (8 giorni + 0 giorni) mentre l’ecografia rileva che rispetto a questo è più avanti o più indietro di 1- 6 giorni non si effettua ridatazione, né si ricalcola la data del parto.

La durata della gravidanza e la presunta data del parto continuano cioè a essere calcolate secondo il regolo ostetrico, quindi basandosi sulla data di inizio dell’ultima mestruazione.

Se invece dall’ecografia emerge che la gravidanza è più avanti o più indietro di una settimana rispetto al calcolo ostetrico, si effettua la ridatazione aggiungendo o togliendo una settimana sia alle settimane di gravidanza teoriche sia alla presunta data del parto.

Se la discrepanza è di due settimane in più o in meno si aggiungono o si tolgono due settimane sia alle settimane di gravidanza teoriche sia alla presunta data del parto. Così si procede, per multipli di sette. Se l’ecografia rileva una discrepanza di due settimane + cinque giorni, si considerano solo le due settimane.

Quando si vede il bambino

Con l’ecografia, la gravidanza si inizia a individuare intorno alle 6 settimane + 4 giorni, ovvero in media intorno al 10mo giorno di ritardo, quando la beta-hcg (gonadotropina corionica umana), che è l’ormone che viene prodotto a inizio gravidanza, raggiunge circa le 1000 unità.

Il cuoricino del feto e quindi il battito, segno di vitalità, si evidenziano invece con estrema chiarezza a partire dalla fine della settima settimana di gravidanza, sempre presupponendo che l’ovulazione e il concepimento siano avvenuti a metà ciclo mestruale, in un ciclo di 28 giorni. Ecco perché è bene non avere troppa fretta di effettuare l’ecografia dopo aver scoperto la gravidanza. L’ideale sarebbe attendere di essere entrate almeno nell’ottava settimana (secondo il calcolo ostetrico). E prudente farlo per evitare di spaventarsi nell’eventualità in cui  l’indagine non riesca a focalizzare il bambino, come accade spesso non perché ci sia qualcosa che non va ma in quanto impossibile da rilevare perché è troppo presto. 

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