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Lo stress in gravidanza potrebbe influenzare negativamente lo sviluppo neurologico del feto. Lo evidenzia uno studio della Wayne State University di Detroit (Usa). Secondo gli esperti, la tensione sperimentata dalla madre durante la gravidanza potrebbe modificare le connessioni neurali del nascituro, rendendo meno efficiente la loro organizzazione.
Lo studio con la risonanza magnetica
Gli scienziati hanno utilizzato la risonanza magnetica per esaminare le connessioni cerebrali di 47 feti. Al termine dell’analisi, hanno scoperto che i sistemi neurali dei figli delle donne molto stressate erano organizzati in modo meno efficiente rispetto a quelli delle mamme meno affaticate. Sulla base dei dati osservati, gli esperti ritengono quindi che il cervello non si sviluppi secondo una sequenza che va dai sistemi più semplici (come vista e movimento) a quelli più complessi, ma probabilmente sviluppa prima le aree più critiche.
Più vulnerabile il cervelletto
In particolare, hanno rilevato che il cervelletto potrebbe essere particolarmente vulnerabile agli effetti dello stress prenatale, perché presenta la maggiore densità di recettori dei glucocorticoidi, che sono coinvolti nella risposta allo stress, rispetto alle altre strutture cerebrali. Gli studiosi sottolineano che questa è la prima volta in cui è stata osservata l’influenza diretta dello stress in gravidanza sullo sviluppo cerebrale del feto, indipendentemente dalle influenze ambientali successive alla nascita.
Normale entro certi limiti
Lo stress in gravidanza è in parte normale: la transizione alla maternità è un passaggio critico nella vita di una donna, caratterizzato da emozioni contrastanti e un’intensa vulnerabilità. Una condizione di stress cronico, però, può nuocere sia alla mamma sia al bambino. Negli ultimi anni, infatti, un numero crescente di studi ha messo in luce un’associazione tra sintomi di stress, ansia e depressione in gravidanza e alterazioni neurologiche dei bambini, sia nell’immediato sia a lungo termine.