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Salute dei bambini: mentale, respiratoria e cardio-metabolica. Quanto conta l’esposizione a fattori di stress ancora prima della nascita nel determinare il rischio di ammalarsi? Per rispondere a questa domanda è nato il progetto europeo LifeCycle con la creazione del primo European Child Cohort Network. Finanziato con 10,4 milioni di euro, il progetto riunirà 250 mila neonati e genitori con l’obiettivo di individuare nuove politiche di prevenzione della salute dei bambini (gli adulti di domani).
Dati incrociati
Il progetto si propone di identificare i fattori di stress che possono interferire con la salute dei bambini sin dalle primissime fasi della vita, compresa quella uterina, e influenzare lo sviluppo di malattie non trasmissibili nel corso degli anni, e di mettere a punto specifici interventi per ridurre il rischio di stress. Grazie a questo studio i dati già disponibili su questo argomento verranno arricchiti con nuovi indicatori relativi all’esposizione ambientale (inquinamento atmosferico, rumore, elementi urbani), alla condizione socio-economica (disponibilità economica familiare, livello di studio, migranti di primo o seconda generazione) e agli stili di vita praticati (dieta, attività fisica, fumo e alcol, abitudini relative al sonno).
Il contributo italiano
Il consorzio che raccoglierà i dati riunisce 18 tra istituti di ricerca e università provenienti da 10 diversi Paesi europei e dall’Australia. L’Italia verrà rappresentata dall’Università di Torino: grazie a un finanziamento di 500 mila euro l’ateneo torinese si occuperà in particolare di studiare l’impatto della condizione socio-economica sulla salute mentale, respiratoria e cardio-metabolica.