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Che la musica nel pancione possa favorire lo sviluppo del cervello del bimbo è il risultato cui sono giunti diversi studi: secondo alcuni stimola l’udito, secondo altri facilita lo sviluppo dei processi comunicativi, secondo altre ricerche ancora sinfonie e vibrazioni possono indurre uno stato di rilassatezza nella futura mamma regalando al piccolo ridotti livelli di stress, a tutto vantaggio della salute futura (mentale e non solo).
Meglio non esagerare
Poiché, però, in questo ambito c’è ancora molto da scoprire, è bene non esagerare: sembra essere questo il consiglio che arriva da Alice Mado Proverbio, docente di psicobiologia e psicologia fisiologica dell’Università di Milano Bicocca, a proposito della notizia circolata nei mesi scorsi relativa all’utilizzo di dispositivi acustici intra-vaginali per la somministrazione di suoni e musiche da far ascoltare al bebè nel grembo materno nell’intento di stimolarne lo sviluppo neurologico quanto più precocemente possibile.
Il silenzio è meglio di Mozart
La psicobiologa afferma che l’assunto secondo cui stimolando precocemente con onde sonore fino a un massimo di 54 decibel (il livello di una normale conversazione) “un feto in formazione lo si rende più intelligente è privo di fondamento scientifico. Maggiormente priva di fondamento è poi l’affermazione secondo cui il numero di particolari movimenti (protrusioni) della lingua effettuate dai bimbi durante l’ascolto rifletterebbe la preferenza per Mozart o per i Queen”. Quanto, poi, alla preferenza tra musica classica e rock, precisa la studiosa, è bene ricordare che alcune specie di scimmie, come i cebi, seppure sembrano preferire la prima alla seconda, amano più di tutto il silenzio.
Rischio sonno disturbato
La musica somministrata con il dispositivo intra-vaginale a quel volume, inoltre, può disturbare il sonno del nascituro ottenendo risultati opposti a quelli desiderati, dal momento che “una cattiva qualità del sonno nel feto si associa a scarsa crescita fetale e a maggiore frequenza di parti prematuri“, con tutto quello che ciò può comportare per la salute futura del bebè.
Sì alla voce della mamma
Via libera, invece, all’ascolto di musica (senza l’utilizzo di particolari dispositivi) che piace alla mamma, poiché in questo modo l’organismo materno genera le endorfine – gli “ormoni del benessere” – che raggiungono anche il feto. E via libera anche alla voce della mamma: “durante l’ascolto della voce umana, che è uno stimolo biologicamente naturale e previsto per un ottimo sviluppo cerebrale – conclude l’esperta – non si osserva nessun eccesso di protrusioni della lingua, movimenti che indicano la presenza di risveglio o stress”.