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Per una donna incinta viaggiare in aereo non presenta, di norma, particolari controindicazioni, ma è comunque importante contattare il proprio ginecologo per avere il suo parere e accertarsi, con una visita, che non sussistano problemi (per esempio, minacce d’aborto o rischio di parto pre-termine).
I disagi possibili
Le condizioni ambientali all’interno del velivolo, così come l’eventualità di dover restare a lungo seduta, possono comunque creare qualche fastidio. Innanzitutto la pressurizzazione della cabina dell’aereo che determina una riduzione della pressione di ossigeno, pur non comportando alcun rischio per il feto, può indurre un aumento compensatorio del battito cardiaco nella donna incinta e, quindi, un leggero rialzo della pressione sanguigna. Il microclima in aereo risulta inoltre secco a causa della deumidificazione e favorisce la disidratazione.
Infine, i problemi circolatori cui i viaggiatori risultano esposti nel caso di voli di lunga durata (oltre 4 ore) per effetto della costrizione alla posizione seduta, sono più frequenti e maggiori in una donna incinta: restare seduta per ore in aereo aumenta le possibilità di ostruzione meccanica del ritorno venoso dalle gambe al cuore, un problema particolarmente sentito durante i nove mesi per via dei cambiamenti ormonali tipici dell’attesa, dell’aumento di peso e dell’ingrossamento del pancione.
Che cosa dicono le compagnie aeree?
Per ridurre al massimo il rischio di disagi o problemi, tutte le compagnie aeree seguono specifiche regole dedicate alle donne incinta che vogliono viaggiare in aereo. Se si sta programmando un volo è, quindi, importante rivolgersi per tempo alla compagnia stessa o all’agenzia viaggio di fiducia. In molti casi è necessario presentare un certificato che attesti la gravidanza e il suo decorso fisiologico. Il volo risulta invece sconsigliato sia nei 7 giorni precedenti sia nei 7 successivi alla data presunta del parto e a fronte del rischio di parto prematuro (quindi anche se la gravidanza è gemellare), di minacce di aborto o di altre complicazioni mediche.
In questi casi e se si sono già superate le 36 settimane di attesa è richiesto comunque un nulla osta sanitario (modulo MEDIF o Medical Information Form) compilato e firmato dal proprio ginecologo non prima di una settimana rispetto alla data del viaggio che va consegnato al check-in.