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Abbronzarsi in gravidanza si può? La risposta è affermativa ma merita le dovute precisazioni. Prendere il sole innanzitutto presenta diversi benefici durante l’attesa: migliora il sonno e l’umore e favorisce la sintesi della vitamina D, necessaria per dare forza alle ossa. Non si deve dimenticare però che i raggi nascondono parecchie insidie: la pelle in gravidanza diventa più sensibile e il rischio di eritemi, scottature e macchie scure, il cosiddetto cloasma gravidico, diventano più concreti.
Senza dimenticare che il caldo nelle ore più calde può provocare cali repentini di pressione, pericolosi anche per il feto nel primo trimestre e più frequenti soprattutto nel terzo trimestre quando maggiore è la fatica per il peso aumentato del pancione. Buona regola quindi per godere del sole in attesa è procedere con molto buon senso usando sempre una protezione solare con un SPF alto e rispettando alcune regole, prima fra tutte quella di moderare l’esposizione e limitarsi a stare al sole nelle ore più fresche del mattino e del tramonto.
Effetti positivi del sole in gravidanza
Si può prendere il sole in gravidanza? «La risposta è sì se si prendono in considerazione gli effetti positivi che offre, a tutti e alle mamme in attesa in modo particolare» commenta la dottoressa Laura Mazzotta, specialista in Igiene e medicina Preventiva, Nutrizione clinica e Medicina Estetica presso AEsthe Medica a Ferrara. «L’esposizione agli Uv, quando gestita correttamente, può avere diversi benefici per le donne in gravidanza. Il sole è infatti una fonte naturale di luce che aiuta a regolare il ritmo circadiano, migliorando il sonno, a volte disturbato in attesa soprattutto per via del pancione voluminoso nell’ultimo trimestre e del caldo estivo; i raggi inoltre modulando in senso positivo l’umore che spesso nei nove mesi può subire oscillazioni.
Inoltre, trascorrere del tempo all’aperto può favorire l’attività fisica leggera, come una passeggiata, che è benefica sia per la madre che per il bambino. Per finire, il sole stimola la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che contribuisce alla sensazione di benessere e può aiutare a contrastare la depressione prenatale che a volte coglie le mamme in ansia per il parto e per la nascita del bebè».
Si deve prendere il sole in gravidanza quindi proprio per questi aspetti positivi, ma non si devono mai dimenticare i potenziali rischi. Che se non sono pochi già in altri periodi della vita, diventano ancora più significativi durante l’attesa. «Durante la gravidanza, infatti, la pelle può diventare più sensibile a causa dei cambiamenti ormonali» commenta l’esperta. «Questo significa che aumenta il rischio che stando al sole troppo e in un modo non coretto si possano avere arrossamenti, eritemi fino a pericolose scottature».
Danni importanti alla pelle che non solo provocano forti fastidi ma spesso comportano l’utilizzo di farmaci che in gravidanza è sempre bene contenere. Senza dimenticare che insulti importanti alla cute come le scottature solari sono un’apertura verso problematiche molto importanti come il melanoma. Vanno quindi tassativamente evitate, sempre e a maggior ragione in una fase delicata come la gravidanza. «Da ultimo va ricordato che un’esposizione scorretta al sole durante i nove mesi favorisce la comparsa del cloasma, noto anche come “maschera della gravidanza”, una iperpigmentazione della pelle localizzata a livello di alcuni punti del volto, in particolare la zona mediana, fronte, nasi, mento e area labiale, legata alle fluttuazioni ormonali e resa più evidente dai raggi Uv» continua la dottoressa Mazzotta. «È importante quindi che le future mamme siano ben consapevoli di questi rischi e prendano le dovute precauzioni».
Il ruolo della vitamina D
Prendere il sole in gravidanza si può e può far bene anche tenendo conto dell’importante ruolo che l’esposizione solare gioca nella produzione della vitamina D. «E’ proprio questo uno dei principali benefici dell’esposizione al sole, di cui può godere sia la futura mamma che il nascituro» continua l’esperta.
«Essenziale per la salute delle ossa, la vitamina D aiuta l’assorbimento del calcio e del fosforo, nutrienti cruciali per lo sviluppo del sistema scheletrico del feto. Durante la gravidanza, i livelli di vitamina D della madre influenzano direttamente quelli del neonato. Una carenza di vitamina D può portare a complicazioni come l’osteomalacia nella madre (è una patologia ossea caratterizzata da un difetto di mineralizzazione della matrice che rende l’osso privo di sufficienti quantitativi di minerali e di conseguenza fragile e suscettibile a fratture, malformazioni e dolori) e il rachitismo nel bambino. È importante, però, bilanciare sempre l’esposizione al sole con la protezione della pelle per evitare danni».
Le regole per una corretta esposizione al sole
Se quindi abbronzarsi in gravidanza si può, quello che è importante è farlo con la massima precauzione. Queste le indicazioni della dottoressa Mazzotta per un’esposizione sicura, senza rischi e senza danni.
- Prima di pianificare una vacanza ma anche un week end o una giornata da passare al sole, è sempre una buona idea consultare il proprio medico o ginecologo. Ogni gravidanza è unica, e il medico, a conoscenza della storia clinica, può offrire consigli personalizzati basati sulla situazione specifica.
- Usare una protezione solare ad ampio spettro con un SPF di almeno 30 è essenziale. Importante assicurarsi che la crema solare sia priva di ingredienti chimici potenzialmente dannosi come l’ossibenzone. Meglio optare poi per formule schermanti a base di ossido di zinco o biossido di titanio, i cosiddetti filtri minerali, che sono considerate più sicure per le donne in gravidanza.
- L’esposizione al sole può aumentare il rischio di disidratazione, specialmente durante la gravidanza. Ecco perché è molto importante bere molta acqua e cerca di evitare l’esposizione nelle ore più calde della giornata, tra le 10:00 e le 16:00. È basilare in ogni caso non esagerare mai con il tempo che si passa al sole e anche prendere pause regolari mettendosi al riparo, meglio se in un luogo fresco al chiuso dove i raggi non arrivino del tutto. Sotto l’ombrellone, infatti, oltre a fare molto caldo, si rischia comunque che arrivino i raggi indiretti, soprattutto quelli riflessi dalla sabbia chiara.
- Ideale è indossare cappelli a tesa larga e occhiali da sole per proteggere il viso e gli occhi dai raggi UV. L’abbigliamento leggero e traspirante con protezione UV integrata, facilmente reperibile nei negozi sportivi e online, può essere un’ottima scelta per chi desidera una protezione extra che va sempre in ogni caso completata con l’applicazione del solare.
Sole in gravidanza nel primo, secondo e terzo trimestre
Il sole non è quindi un nemico per le future mamme e abbronzarsi in gravidanza si può, ma anche tenendo conto delle variabilità delle condizioni fisiologiche nei tre trimestri dell’attesa.
A seguito delle sollecitazioni ormonali, la cute risulta più sensibile e quindi maggiormente soggetta a eritemi, arrossamenti e scottature quando viene esposta al sole senza protezione. Un rischio che si fa ancora più concreto nel primo trimestre di gravidanza, il periodo in genere di maggior vulnerabilità per la mamma in attesa. Attenzione in modo particolare al caldo che è sinonimo di disidratazione, affaticamento fino al vero e proprio colpo di calore: nel primo trimestre questi episodi possono essere più frequenti e interferire con lo sviluppo del feto. Ecco perché in questa fase è davvero basilare stare al sole con molto criterio, poco, nelle ore meno calde e sempre con la protezione solare.
Anche con il proseguire della gravidanza resta comunque di fondamentale importanza esporsi con prudenza e con le giuste attenzioni. Anche perché nel corso dell’intera gravidanza, gli ormoni gravidici, con particolare riferimento agli estrogeni, sollecitano la produzione della melanina, il pigmento che se da un lato protegge la pelle proprio attraverso il meccanismo dell’abbronzatura, dall’altro tende ad accumularsi nei punti più esposti come il viso e il décolleté determinando la tipica colorazione a chiazze, conosciuta come melasma o cloasma gravidico.
Stando al sole non si fa altro che stimolare ulteriormente la produzione di melanina con il risultato di rendere ancora più evidenti le macchie. Nel terzo trimestre poi, il pancione ormai voluminoso può ostacolare la circolazione e favorire una condizione di pesantezza e gonfiore alle gambe che viene ulteriormente accentuata dal calore durante l’esposizione. Torna il consiglio di stare al sole esclusivamente nelle ore meno calde facendo per altro attenzione a non sedersi sulla sabbia, gli scogli o altre superfici che trattengono il calore. Altro consiglio è quello di bagnare di frequente le gambe con acqua fredda quando si è al sole, evitando di coprirle con teli o altri indumenti che non fanno altro che creare maggior calore.
Come proteggersi
«Occorre sempre ricordare che in qualunque situazione in gravidanza la priorità è sempre la salute della mamma e del bambino» precisa l’esperta. «Questo significa che anche in vacanza oppure quando si programma un week end o una gita tutto va pensato in questa direzione: abbronzarsi si può ma servono le giuste precauzioni, per godersi il sole in modo piacevole e assolutamente sicuro». Ecco allora, suggeriti dalla dottoressa Mazzotta, altri fattori da tenere sempre ben presenti:
- Orario di esposizione: evitare le ore più calde della giornata (tra le 10:00 e le 16:00), quando i raggi UV sono più intensi. Sono da privilegiare invece le prime ore del mattino più fresche e in genere ventilate e quelle verso il tramonto quando la potenza dei raggi diminuisce e anche il rischio di un colpo di calore diventa meno significativo.
- Durata: è sempre ben limitare l’esposizione diretta al sole a brevi periodi, preferibilmente non più di 15-20 minuti alla volta prevedendo una lunga pausa all0ombra tra una fase di esposizione e la successiva. Va ricordato inoltre che la crema solare va rimessa ogni due ore e sempre dopo un bagno in mare, un tuffo in piscina o una doccia. Anche se si tratta di una formula resistente all’acqua perde comunque di efficacia nel contatto con l’acqua.
- Rotazione: cambiare frequentemente la posizione evita che una parte del corpo sia esposta troppo a lungo ai raggi. E massima attenzione a non addormentarsi mai al sole: il rischio di scottature vista l’immobilità diventa molto alto.
- Monitoraggio della pelle: è buona regola sempre e in particolare in gravidanza prestare attenzione a eventuali segni di irritazione cutanea e di rossore, segnali che invitano a interrompere immediatamente l’esposizione. In presenza di un eventuale eritema, poi, è basilare non tornare al sole finché la cute non riprende la condizione di normalità applicando dosi generose di creme doposole ad azione lenitiva e rinfrescante.
- Idratazione: bere molta acqua è basilare per preservare il giusto equilibrio idrico evitando la disidratazione che può essere aggravata dal calore e dall’esposizione al sole. Ma è utile anche per mantenere la pelle idratata; a questo servono anche le creme solari che, oltre ad essere protettive dagli Uv, hanno anche funzione idratante e riparatrice. E’ la ragione per cui è sempre bene usare la crema solare anche quando la pelle è abbronzata: si evitano macchie ma si tiene sotto controllo anche il fotoaging, l’invecchiamento indotto dalla continua esposizione alla luce.
In copertina Foto di Anastasia Makarevich da Pixabay