Argomenti trattati
Ascoltare per la prima volta il battito fetale è un momento denso di emozioni per i futuri genitori. Quelle pulsazioni, nitide e rapide, fanno capire che il piccolo c’è davvero, che sta crescendo, ma non solo: sono anche un importante indicatore della salute del feto. Ecco perché è importante monitorare con regolarità il battito fetale durante le visite di controllo, in cui si effettuano ecografie. Ne parliamo con la dottoressa Floriana Carbone, specialista in Ginecologia e Ostetricia, responsabile Pelvic Unit Policlinico di Milano.
Quando si sente il battito fetale
Il battito fetale inizia a poter essere visualizzato attorno alla 5a settimana di gravidanza, quando il cuore dell’embrione si sta formando. È ancora molto piccolo, ma sono già presenti gli abbozzi di atri e ventricoli che pompano il sangue con una frequenza via via più intensa. Fino alla 8a settimana il cuore pulsa a una velocità di circa 90-110 battiti al minuto, quindi aumenta a 140-170 battiti fino alla fine del primo trimestre. Dalla 13a settimana in poi, il battito si stabilizza fra i 110 e 160 bpm fino a fine gravidanza.
E’ quindi possibile visualizzare l’attività cardiaca dell’embrione attraverso l’ecografia transvaginale o transaddominale nel primo trimestre, in occasione di una delle visite ginecologiche. “E’ bene programmare questa prima visita non prima della 6a–7a settimana dal primo giorno dell’ultima mestruazione, quando l’embrione e l’attività cardiaca dovrebbero essere visualizzabili in una gravidanza evolutiva” suggerisce la dottoressa Floriana Carbone.
Battito assente 7a settimana: cosa fare
A partire dalla 6a settimana di gravidanza, il battito dell’embrione dovrebbe poter essere visualizzato attraverso l’ecografia effettuata dal ginecologo. Questo può non accadere, per esempio in corrispondenza della prima visita durante la 7a settimana, ma non è detto che la gravidanza non stia procedendo perché l’embrione ha smesso di svilupparsi.
“Può capitare infatti che la gravidanza sia iniziata dopo rispetto quello che si pensa in base alla data dell’ultima mestruazione, in quanto i cicli possono essere lunghi o irregolari e l’ovulazione potrebbe essere avvenuta in ritardo” aggiunge la dottoressa Carbone. “Quindi potrebbe trattarsi di una gravidanza che si è sviluppata dopo e che quindi è alla 5a settimana anziché alla 6a-7a. Questo può essere confermato anche dalla grandezza dell’embrione, che apparirà più piccolo rispetto a quello che ci si aspetterebbe a 7 settimane”.
Il ginecologo suggerisce allora di effettuare un secondo controllo ecografico a distanza di una settimana. A questo punto, il battito si dovrebbe visualizzare, se la gravidanza è evolutiva. In caso contrario, si procede con ulteriori indagini per escludere che si tratti realmente di un aborto spontaneo.
Tabella battito cardiaco: come cambia in base alle settimane di gravidanza
Per quanto riguarda la frequenza del battito fetale, questa varia a seconda del periodo della gestazione. I valori di riferimento, che si esprimono in battiti per minuto (bpm) sono i seguenti:
- 110 bpm a 5-6 settimane;
- 170 bpm a 9-10 settimane;
- 150 bpm a 14 settimane;
- 140 bpm entro le 20 settimane;
- 130 bpm nel terzo trimestre.
La frequenza cardiaca del feto è solitamente regolare all’interno di specifici range corrispondenti alla settimana di gestazione, per esempio nel terzo trimestre si parla di una frequenza normale fra i 110 e i 160 battiti per minuto.
Solitamente viene individuata una linea di base ovvero un valore medio di frequenza, al di sopra e al di sotto della quale è normale una variazione di circa 5-15 battiti al minuto. Questo è un parametro definito variabilità, che è indice di benessere fetale.
La misurazione è importante, oltre che con la prima ecografia, anche con l’ecografia morfologica che si esegue attorno alla 21a settimana e con l’ecografia del terzo trimestre. La misurazione del battito cardiaco fetale tramite metodica doppler permette di escludere anomalie nello sviluppo dell’apparato di conduzione cardiaca del feto.
Le alterazioni del ritmo del battito fetale
In alcuni casi, i controlli ecografici possono individuare valori diversi dalla norma. Si parla di:
- bradicardia fetale, ossia battiti rallentati, se le pulsazioni del cuore del bambino sono inferiori 110 battiti al minuto;
- tachicardia fetale, ovvero battito cardiaco accelerato, se la frequenza è superiore a 160 bpm;
- tachiaritmia fetale, situazione in cui le pulsazioni del feto sono irregolari.
Come si sente il battito cardiaco
Il battito cardiaco fetale può essere misurato con:
- l’ecografia effettuata dal ginecologo, che permette di visualizzare l’apparato cardiovascolare in crescita sul monitor soprattutto quando il cuore e i vasi sono già sviluppati;
- la cardiotocografia fetale, che viene effettuata verso la fine della gravidanza e in travaglio e misura anche le contrazioni uterine. Si effettua utilizzando un apparecchio che viene appoggiato sull’addome della gestante e che, grazie a sensori sofisticati, rileva la frequenza e la regolarità del battito fetale, l’intensità e la frequenza delle contrazioni.
“Attraverso lo studio di diversi parametri fra cui la linea di base, la variabilità e la presenza di accelerazioni, si può valutare indirettamente l’apporto di sangue e ossigeno al feto e quindi il suo benessere” precisa la ginecologa.
App utili per sentire il battito fetale
Per ascoltare il battito cardiaco del proprio bambino, oggi sono disponibili diverse app, compatibili con praticamente ogni tipo di smartphone, che si scaricano anche gratuitamente da app store. Molte di esse sono messe a punto da team di ginecologi, cardiologi e altri specialisti. Le app tradizionali, messe a punto ormai una decina di anni fa, permettevano di udire il battito del feto a partire dalla 20a–25a settimana di gravidanza. Quelle più recenti, che si basano su tecnologie più sofisticate, permettono di percepire le pulsazioni cardiache del bambino ancora prima, attorno alla 14a–15a settimana. I sistemi di funzionamento sono diversi. Ecco qualche esempio delle app disponibili.
- Hear my Baby Heartbeat Monitor è una app gratuita che permette di udire il battito del bambino direttamente dal telefonino, appoggiandolo sul pancione. Usarla è molto semplice. Dopo aver scaricato e installato la app, si toglie il telefono dalla custodia per ottenere un suono ancora migliore e ci si mette comode in una stanza tranquilla. Si attiva la app, si appoggia lo smartphone sul pancione e si inizia a registrare. La registrazione viene memorizzata nella app stessa in modo che i genitori possano ascoltare il cuore del piccolo ogni volta che lo desiderano.
- FetalBeats 2.0 è una app di monitoraggio della frequenza cardiaca fetale che si può iniziare a utilizzare a partire dalla 16a settimana di gravidanza. Si scarica gratuitamente ed è possibile anche ordinare uno speciale monitor e un gel simile a quello che usa il medico per ottenere un migliore funzionamento della rilevazione delle pulsazioni cardiache del bambino.
- eMyBaby è una app gratuita che si usa con il dispositivo SweetBeat attraverso il sistema bluetooth. Permette di ascoltare il battuto cardiaco del feto dalla 16 settimana, ma non solo. Ha molte altre funzioni, per esempio la registrazione dei dati di crescita del feto per condividerli con il ginecologo, il diario degli appuntamenti medici, il calcolatore della data del parto.
Nell’utilizzo di questi dispositivi, è bene ricordare che non sono precisi come succede con le rilevazioni ecografiche: potrebbe capitare di non avvertire bene il battito e quindi temere che il bambino stia poco bene, quando invece non ha alcun problema. Il consiglio è di utilizzarle solo se non possono essere una fonte di ansia, parlandone con il proprio ginecologo.
Photo by dw-lifestylefotografie for pixabay
In breve
Il battito fetale si può avvertire con l’ecografia già alla 5a-6a settimana di gravidanza. Se questo non succede si effettua un controllo successivo e, nel corso della gestazione, le ecografie e la cardiotocografia permettono di accertarsi che l’apparato cardiovascolare del bambino funzioni regolarmente