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L’ autismo è in aumento nei Paesi industrializzati: in Italia si stima ne sia colpito circa un bimbo su 100. Le ricerche scientifiche hanno dimostrato l’importanza dei fattori genetici come causa. Ma alcuni esperimenti di laboratorio hanno suggerito che anche i pesticidi potrebbero avere un ruolo nella comparsa dell’autismo. Fino ad oggi mancavano però indagini su questa associazione nel mondo reale. Ora uno studio pubblicato sulla rivista medica British Medical Journal (BMJ), il più ampio finora condotto sulla materia, ha colmato questa lacuna.
Aumenta il rischio nelle donne in gravidanza
I ricercatori dell’Università della California hanno utilizzato i dati di 2.961 piccoli pazienti con una diagnosi di autismo e 35.370 pazienti che non l’avevano, nati nello stesso anno nella Central Valley della California, regione fortemente agricola. I loro dati sono stati incrociati con quelli relativi all’utilizzo di 11 sostanze antiparassitarie di uso comune, tra cui glifosato, diazinone, permetrina. Secondo i dati analizzati, le donne che, durante la gravidanza, avevano vissuto entro 2 km da un’area altamente densa di pesticidi avevano tra il 10 e il 15% di probabilità in più di partorire bambini con diagnosi di autismo. Questo rischio aumentava fino a circa il 30%, nei casi in cui il bambino aveva una forma grave autismo, ovvero con disabilità intellettiva.
Servono ulteriori studi
La correlazione però non è per forza indice di causalità e quindi lo studio non può affermare con certezza che l’autismo sia collegato all’esposizione ai pesticidi anche se, ovviamente, i dati hanno creato un certo allarme. Se è vero e scientificamente plausibile, che pesticidi e inquinamento in generale, insetticidi e smog siano fattori di rischio per i disturbi dello spettro autistico; non si può ancora dire fino a che punto lo siano, per quali motivi e per quali quantità. Saranno necessari ulteriori studi.