Ricordate il vecchio ddt, l’insetticida, vietato in Italia dal 1978 perché cancerogeno? Ebbene, nonostante non si usi più, pare che continui a nuocere alla salute. Secondo uno studio pubblicato su Bmc Medicine, infatti, c’è un legame tra l’esposizione in gravidanza a dosi di Dicloro-Difenil-Tricloroetano (ddt) e l’insorgenza di obesità nei bambini. Ma non parliamo dei figli delle donne venute a contatto con la sostanza, bensì dei nipoti.
Alla base una mutazione genetica
Il meccanismo alla base di questo fenomeno sarebbe l’“interazione epigenetica transgenerazionale”: in pratica, il ddt modifica i geni che predispongono ad accumulare peso, ma salta una generazione, passando alle successive. Così una donna esposta al pesticida mentre era incinta, trasmetterebbe la predisposizione all’obesità ai figli dei suoi figli. Gli studiosi del Center for reproductive biology della Washington State University sono giunti a questa conclusione dopo avere osservato un aumento del tasso di obesità in più della metà delle generazioni successive dei topi di laboratorio sottoposti allo studio.
In breve
INSETTICIDA POTENTE MA PERICOLOSO
Il ddt fu sintetizzato per la prima volta nel 1874 e sfruttato a scopo terapeutico per i suoi effetti sulla zanzara e su altri insetti portatori di infezioni. Negli anni ’50, grazie al pesticida, si arrivò all’eradicazione della malaria in tutti i Paesi sviluppati e in molte aree tropicali dell’Asia e dell’America Latina. Adesso l’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) ha ripreso a considerarlo come rimedio per prevenire la malaria nei Paesi in via di sviluppo.