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Il 50% delle donne in gravidanza ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici e le prescrizioni di farmaci inappropriati avvengono in più di un quinto delle gravidanze, compresi quelli che possono causare anomalie congenite al feto. È quanto emerge da uno studio condotto al Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio che ha riguardato anche l’uso degli antibiotici in gravidanza.
Troppe prescrizioni inappropriate
Escludendo vitamine e minerali, a 8 donne su 10 (ovvero 153.079) è stato prescritto almeno un farmaco durante la gestazione, con una media di 4,6 farmaci per gravidanza. Tra le prescrizioni inappropriate, la supplementazione di progestogeni per il trattamento della minaccia d’aborto è stata somministrata nel 22% delle gravidanze. I farmaci teratogeni sono stati prescritti nello 0,8% dei casi, in particolare gli Ace inibitori e i sartani per il trattamento dei disturbi ipertensivi.
Allarme infezioni in ospedale
I farmaci per il sangue e gli organi ematopoietici erano i più prescritti (53%). A seguire gli antibiotici in gravidanza, con il 50,7%, una proporzione allarmante se paragonata a quella stimata in altri contesti europei, dove varia tra il 27-32%. Questi, infatti, sottolinea l’Istituto superiore di sanità, è associato al crescere dell’antibiotico-resistenza e al suo impatto sulle infezioni batteriche ospedaliere, sepsi compresa, che nel mondo colpisce circa 30 milioni di persone e miete 6 milioni di vittime ogni anno e tra esse anche molte donne in gravidanza e neonati.
Pericolo antibiotico-resistenza
La diffusione della resistenza agli antibiotici in Europa è preoccupante: ogni anno si verificano 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti che provocano più di 37mila morti. In Italia il livello di antibiotico-resistenza si colloca fra i più elevati in Europa con una percentuale annuale di malati infetti fra il 7 e il 10%. Le infezioni contratte in ospedale colpiscono circa 300mila persone e causano una mortalità che si aggira fra i 4.500-7.000 casi.