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Basterebbe un’assunzione adeguata quotidiana di acido folico in gravidanza per prevenire i difetti del tubo neurale, come la spina bifida. Al momento in Italia i medici lo prescrivono come farmaco, ma secondo gli esperti della Società italiana di neonatologia ci sarebbe un sistema più semplice per assicurare alle gestanti l’apporto di questa sostanza: aggiungerlo alle farine, come stanno già facendo altri Paesi, per esempio la Gran Bretagna.
Una vitamina fondamentale
La vitamina B9 o acido folico è una sostanza essenziale per la sintesi dei globuli rossi e per la salute del sistema nervoso. Normalmente una dieta a base di questi alimenti è spesso (anche se non sempre) sufficiente a garantire la dose quotidiana di acido folico in quasi tutte le fasi della vita. Di acido folico in gravidanza occorre una quantità maggiore, perché si sta sviluppando il sistema nervoso del feto e questa sostanza in dosi adeguate assicura la formazione corretta del tubo neurale. Il ginecologo può, quindi, prescrivere la dose di 7,5 mg di acido folico al giorno, da prima del concepimento fino al terzo trimestre.
Perché è meglio assumerlo prima
In realtà, secondo gli esperti non basta assumere l’acido folico quando si sa già di essere in attesa di un bambino. Per essere sicuri di un effetto preventivo nei confronti della spina bifida e di altri difetti del tubo neurale, questa sostanza andrebbe presa già in epoca preconcezionale. In questo modo un’eventuale gravidanza prende inizio quando l’organismo materno è già provvisto di adeguati livelli di acido folico.
Un sistema semplice ma efficace per procurarsi la sostanza, come raccomandano gli esperti della Sin è la fortificazione obbligatoria di alcuni cibi, tra i quali le farine alimentari, come recentemente deciso dalle autorità sanitarie britanniche.
Che cos’è la spina bifida
La spina bifida, il più comune dei difetti del tubo neurale, è una malformazione congenita che riguarda la colonna vertebrale del neonato e il suo contenuto nervoso. I difetti del tubo neurale colpiscono in Italia 6 neonati su 10mila e, di questi, circa il 50% è affetto da spina bifida. Può essere diagnosticata già attorno alla 20a settimana di gestazione e in molti casi è possibile intervenire in utero, anche se i rischi sono alti.
I difetti del tubo neurale non curati possono causare serie problematiche e mettere il bambino a rischio, già in epoca neonatale. Il percorso di cura è molto lungo e complesso da affrontare, sia da un punto di vista emotivo sia economico per le famiglie ed è giusto quindi applicare una corretta strategia di prevenzione, anche con la fortificazione degli alimenti.
Quanto acido folico occorre
L’assunzione raccomandata per il fabbisogno medio di acido folico è di 400 microgrammi al giorno, quantità raggiunta grazie all’alimentazione, purché varia ed equilibrata.
L’acido folico in gravidanza dovrebbe aumentare a 600 µg, con inizio assunzione almeno due mesi prima del concepimento, per favorire un buono sviluppo del feto, per la corretta formazione del tubo neurale e per proteggere il nascituro da malformazioni anche molto gravi.
La fortificazione obbligatoria, applicata in oltre 90 Paesi nel mondo, consente proprio una maggiore assunzione rispetto alla normale alimentazione, anche con un vantaggio in termini di sanità pubblica, riducendo i costi rispetto alla supplementazione vitaminica.
Fonti / Bibliografia
- SIN - Società italiana di Neonatologia | SIN Società Italiana di NeonatologiaLa SIN – Società Italiana di Neonatologia si propone di favorire e promuovere la ricerca, la didattica e l’assistenza nell’ambito della Neonatologia Il neonato al centro del futuro La SIN – Società Italiana di Neonatologia si propone di favorire e promuovere la ricerca, la didattica e l’assistenza nell’ambito della Neonatologia Il neonato al centro del […]
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