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In Italia quasi 3 medici su 4 sono obiettori di coscienza e si rifiutano di praticare l’ aborto, secondo la relazione del ministro della Salute riferita agli anni 2014-2015. Sono 379 le strutture dove si pratica l’interruzione volontaria di gravidanza oggi, su 632 reparti di ginecologia presenti sul territorio italiano. Nel 62,3% dei casi, la donna attende meno di due settimane dal rilascio del certificato, prima di essere sottoposta all’intervento. Diminuisce in generale il numero di aborti praticati ogni settimana da ogni ginecologo non obiettore: erano 3,3 nel 1983, sono 1,6 oggi. Il 90,8% degli interventi viene effettuato nella regione di residenza.
Crescono gli obiettori
Negli ultimi anni, si legge nel documento, in Italia gli obiettori sono aumentati: nel Lazio, per esempio, in 8 anni sono passati dal 77,7 al 78,2% e i tempi di attesa sono diminuiti (aumentano dal 47,8 al 51,7% le donne che aspettano meno tempo rispetto a prima). In Umbria, la situazione è inversa: gli obiettori diminuiscono e i tempi di attesa aumentano (gli obiettori passano dal 78,4 al 70,1%, le donne che aspettano molto aumentano dal 5,6 al 7,7%, quindi peggiorano nonostante la diminuzione degli obiettori). Stessa situazione nelle Marche, mentre in Veneto cala il numero di obiettori (dal 79,1% al 77%) e anche i tempi di attesa (aumentano dal 34 al 50,5% le donne che aspettano meno tempo).
Non solo medici
Riassumendo, in Italia quasi 3 medici su 4 sono obiettori di coscienza e si rifiutano di praticare l’ aborto. Sono 3.841: accanto a loro anche molti anestesisti (3.431) e infermieri (quasi 10mila). Il numero degli obiettori di coscienza nei consultori è risultato molto inferiore rispetto a quello registrato nelle strutture ospedaliere.
Cosa dice la legge
In merito alla notizia secondo cui in Italia quasi 3 medici su 4 sono obiettori di coscienza e si rifiutano di praticare l’aborto, si ricorda che la legge 194 stabilisce che gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste di interruzione volontaria di gravidanza. Dunque, fermo restando la possibilità per i medici di sollevare obiezione di coscienza, questo servizio, che la legge annovera fra i servizi sanitari pubblici che devono essere garantiti, non può trovare ostacolo nell’obiezione di coscienza.