Argomenti trattati
Una cosa è certa: l’asma nei bambini è in grande crescita. Nel solo Regno Unito il tasso di asma è più che raddoppiato dal 1950 e un andamento simile è stato osservato nei Paesi occidentali. Tra le cause pare ci siano anche due sostanze ormai molto diffuse che inizierebbero a fare effetto già nel pancione: gli ftalati.
Due sostanze incriminate
Due in particolare sono le sostanze che aumentano considerevolmente il rischio di asma nei bambini: il butilbenzilftalato (BBzP) e il di-n-butil ftalato (DNBP), che sarebbero direttamente correlati con l’asma infantile anche quando l’esposizione avviene in epoca prenatale. Lo ha dimostrato, per la prima volta, uno studio realizzato dai ricercatori del Columbia Center for Children’s Environmental Health che hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche sulla rivista “Environmental Health Perspectives”.
Risultati da uno studio durato anni
I ricercatori della Columbia University di New York hanno misurato il livello di due tipi di ftalati nelle urine di 300 donne in gravidanza. Le madri sono state ricontattate per rispondere a questionari quando i loro figli avevano raggiunto l’età di cinque, sei, sette, nove e undici anni, per determinare se i sintomi dell’asma fossero comparsi nei bambini.
Aumento vertiginoso del rischio
Gli esperti hanno rilevato che i bambini nati da donne esposte durante la gravidanza a livelli più elevati di ftalati mostravano un aumento del rischio di sviluppare l’asma del 72 e del 78 per cento, rispettivamente all’età di 5 e 11 anni, rispetto alla media. Altri bambini avevano una storia di respiro sibilante e di altri sintomi simili all’asma senza una diagnosi di asma. Anche in questo gruppo anche i ricercatori hanno trovato un legame tra l’esposizione prenatale ai DnBP e i sintomi.
Gli ftalati sono già vietati nei prodotti per bambini
Negli ultimi anni, alcuni ftalati sono stati vietati nella produzione di giocattoli e prodotti per l’infanzia. Fra di essi, anche le due sostanze oggetto di analisi. Tuttavia non sono state adottate misure per proteggere il feto in via di sviluppo avvisando le donne in gravidanza di esposizioni potenziali. Un altro studio ha evidenziato che possono provocare anche un
parto prematuro. Negli Stati Uniti gli ftalati raramente figurano tra gli ingredienti sui prodotti in cui vengono utilizzati. L’autore senior dello studio, Rachel Miller, ha affermato che le madri sono praticamente impotenti quando si tratta di ftalati come BBzP e DnBP che sono inevitabili, ma essendo il feto estremamente vulnerabile durante la gravidanza, è fondamentale proteggere le donne per proteggere i bambini.