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La preoccupazione per i troppi allarmismi in campo alimentare sta spingendo gran parte della popolazione verso la ricerca di “prodotti naturali” e “genuini”, rifiutando qualsiasi innovazione tecnologica che interferisca nella produzione degli alimenti. Ecco allora che si parla sempre di più di agricoltura biologica, integrata e biodinamica. Vediamo di che cosa si tratta nel dettaglio.
Agricoltura biologica
L’agricoltura biologica è un metodo di coltivazione sostenibile disciplinato a livello comunitario dal Reg. CEE 2092/91 che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, escludendo l’utilizzo di prodotti di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi). L’agricoltura biologica si basa sui seguenti principi:
– La fertilizzazione organica. Per salvaguardare la fertilità naturale di un terreno si evitano le concimazioni chimiche, indirizzate a ottenere rese elevate ma che non preservano l’equilibrio del suolo. Per la fertilizzazione del terreno si utilizzano solo concimi organici e minerali naturali, tenendo però presente la necessità di non intaccare l’equilibrio del suolo.
– La rotazione delle scorte. Di anno in anno si alternano le coltivazioni, scegliendo quelle che si completano a vicenda. Così, se una pianta assorbe dal terreno alcuni sali, viene sostituita l’anno seguente con un’altra, in grado di restituire alla terra gli elementi di cui è stata privata. Si rifiuta, quindi, la monocultura, cioè l’utilizzo del terreno per la coltivazione di un solo tipo di pianta per diversi anni. Con questa tecnica, infatti, si corre il rischio di impoverire il suolo, al punto, nei casi peggiori, di renderlo sterile.
– La disinfestazione con sostanze naturali. Per la disinfestazione delle piante si esclude l’utilizzo di pesticidi e antiparassitari chimici. Si ricorre, invece, a sostanze naturali o all’utilizzo di insetti che si nutrono dei parassiti delle piante.
Agricoltura integrata
È un sistema di coltivazione a basso impatto ambientale che si pone tra l’agricoltura convenzionale e quella biologica, ricorrendo ai mezzi chimici solo quando il rischio corso dalle colture è grave. Si scelgono, però, i composti meno inquinanti e meno nocivi per l’uomo e viene posta particolare attenzione nel non distruggere gli insetti utili alle piante. Per esempio, per eliminare gli insetti nocivi per le piante vengono allevati alcuni insetti innocui che entrano in competizione con quelli nocivi, non permettendone lo sviluppo. I prodotti “a produzione integrata” spesso sono identificati da specifici marchi che il produttore impiega volontariamente per farli individuare meglio al consumatore.
Agricoltura biodinamica
Ispirata all’antroposofia di R. Steiner, considera l’azienda agricola un vero e proprio “organismo vivente autosufficiente”, inserito nel più grande organismo vivente cosmico, dalle cui influenze dipende. I ritmi cosmici influenzano i calendari di semina, coltivazione e raccolta. Le tecniche più utilizzate sono le rotazioni agricole per aumentare la fertilità e l’humus (evitando la monocultura), i preparati biodinamici (ottenuti da letame, polvere di quarzo o sostanze vegetali in diluizione omeopatica) e il compostaggio (compost ottenuto dai rifiuti). Gli obiettivi di questa agricoltura sono: nessun impatto ambientale, nessun residuo chimico nell’atmosfera, nel terreno e nell’acqua per aumentare la fertilità del suolo, la qualità degli alimenti e migliorare la salute umana. È previsto un controllo periodico del 100% delle aziende che coltivano con questo metodo e un’analisi sistematica dei prodotti. Si affianca ovviamente all’agricoltura biologica, dato che tutti i prodotti dell’agricoltura biodinamica sono regolati dal Reg. CEE 2092/91, oltre che possedere una certificazione ad hoc, secondo lo standard Demeter.