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Veniamo tutti i giorni a contatto con oggetti apparentemente innocui, come detersivi, cosmetici, giocattoli, banconote e molti altri prodotti in plastica, che potrebbero nascondere un nemico invisibile: gli interferenti endocrini. Conosciuti anche come ftalati e bisfenolo A, gli interferenti endocrini sono sostanze che si comportano in modo simile agli ormoni e possono avere effetti sulla salute, anche molto gravi, come pubertà precoce, obesità, diabete di tipo due e malattie del cuore.
Pericolo diabete
In particolare, durante il 26esimo Congresso della Società italiana di diabetologia (Sid) a Rimini si è parlato di ftalati e bisfenolo A come fattori scatenanti il diabete. Come afferma Amalia Gastaldelli, responsabile del Laboratorio sul rischio cardiometabolico dell’Ifc-Cnr, queste sostanze “si legano ai recettori Ppar-gamma che promuovono l’adipogenesi e si associano a un’infiammazione del tessuto adiposo, fattori di rischio per malattie metaboliche come obesità e diabete”. Inoltre, sottolinea ancora l’esperta, possono portare a una condizione di fegato grasso o ancora a una produzione eccessiva di insulina, creando le basi favorevoli per lo sviluppo del diabete.
Gli estrogeni, gli ormoni più colpiti
Il funzionamento degli interferenti endocrini è molto particolare: possono agire da “agonisti” agganciandosi ai recettori ormonali, stimolandone i meccanismi, oppure agire da “antagonisti”, opponendosi all’attività del recettore a cui si abbinano. Di solito, queste sostanze si legano agli estrogeni, che svolgono una funzione importantissima per lo sviluppo sessuale e possono causare un anticipo del menarca (prima mestruazione) e del telarca (sviluppo del seno).
Lo studio su più di 2mila coppie madre-figlio
Ma quanto sono nocivi e presenti nella quotidianità? Per dare una risposta scientificamente affidabile è stato promosso lo studio Life-Persuaded, eletto dal Ministero dell’Ambiente come progetto dell’anno. L’obiettivo è quello di esaminare 2.160 coppie di mamme e bambini (con età tra i 4 e i 14 anni) in tutta Italia, attraverso campioni di urina, valutando come parametri lo stile di vita e il luogo di residenza. Alla fine dell’anno prossimo saranno disponibili i risultati, acquisendo una coscienza maggiore sugli effetti degli interferenti endocrini.
Il decalogo per i bambini
- Evita il ristagno di aria e polvere negli ambienti chiusi in cui i bambini piccoli gattonano o giocano in terra. Garantisci il ricambio di aria negli ambienti chiusi ed effettua una adeguata e periodica pulizia; assicura una corretta manutenzione degli aspirapolveri (pulizia filtri e camera di raccolta, sostituzione sacchi ove presenti).
- Se hai pavimenti in PVC contenenti DEHP su cui giocano bambini, utilizza un tappeto in fibra non trattata.
- Limita l’uso di capi di abbigliamento per l’infanzia con trattamenti opzionali idrorepellenti o antimacchia. Privilegia invece capi di abbigliamento di origine e composizione ben identificabili.
- Evita materassi per lettini con rivestimenti o telo impermeabile non conformi alle norme vigenti e comunque evita rivestimenti per materassi in PVC morbido contenente DEHP.
- Utilizza fodere in fibre non trattate se hai fasciatoi e/o passeggini rivestiti in PVC morbido contenente DEHP; in generale, evita che i bambini entrino in contatto con la bocca con oggetti in PVC.
- Per scaldare latte, bevande e pappe utilizza contenitori integri e solo secondo le indicazioni del produttore.
- Lascia che i liquidi caldi si raffreddino prima di travasarli in contenitori di plastica non destinati all’uso ad elevate temperature.
- Lava accuratamente biberon e altri contenitori dopo la sterilizzazione; non utilizzare biberon in policarbonato (peraltro non più consentiti).
- Abitua il bambino a consumare alimenti freschi e di stagione; risciacqua frutta e verdura in scatola prima del consumo.
- Evita il consumo di alimenti con parti carbonizzate o bruciate. Per la cottura dei cibi destinati ai bambini, privilegia metodi che preservino il contenuto di vitamine idrosolubili (ad esempio cottura a vapore).
Dal Vademecum “Previeni” del Ministero dell’Ambiente con l’Istituto Superiore della Sanità.