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Imparare nel sonno una lingua straniera, come succede nel celebre film “Matrix”, è oggi possibile e lo dice la scienza. Per la prima volta è stato dimostrato da un’equipe di studiosi dell’Università di Berna (Svizzera) che nuove parole straniere e le relative traduzioni possono essere memorizzate durante il pisolino dopo aver pranzato. Sarebbe proprio questo il periodo migliore per apprendere le associazioni delle parole straniere e il loro significato.
L’ippocampo, centro della memoria
La ricerca, pubblicata su Current Biology, ha rilevato l’importanza del ruolo dell’ippocampo, quella struttura cerebrale deputata all’apprendimento durante la veglia. Durante il sonno profondo, infatti, le cellule del cervello gestiscono alternandosi la loro attività di memorizzazione. Si susseguono quindi periodi di attività cellulare a brevi stati di inattività. Lo stato di attività viene detto “Stato up”, mentre il momento di inattività “Stato down” e si alternano ogni mezzo secondo. Ai 76 partecipanti di madrelingua tedesca è stato imposto di dormire solo 4 ore la notte prima dell’esperimento, in modo che fossero più propensi al riposino diurno.
L’alta reattività dello “Stato Up”
Nel corso della sperimentazione i ricercatori hanno rilevato che durante il sonno le associazioni semantiche tra parole sentite di una lingua artificiale e le corrispettive parole della traduzione tedesca (lingua madre) sono state indicizzate e ricordate nei momenti di “Stato Up”, con una ripetizione dalle 2 alle 3 volte per coppia di parole.
La stanchezza non incide
È stato inoltre dimostrato che la stanchezza, misurata su due scale scientifiche (la Stanford Tiredness Scale e la Tiredness Symptoms Scale), non aveva alcun effetto sulla capacità di memorizzazione.
L’esperimento è stato condotto per mezzo di elettrodi per verificare gli effetti sull’attività cerebrale, isolando i partecipanti con delle cuffie in una stanza schermata da stimolazioni di tipo elettrico e acustico.