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Secondo quanto emerge da un maxi studio scientifico pubblicato sul Journal of Public Health, a firma di un gruppo di ricercatori dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Isernia), per effetto della crisi economica, un italiano su 5 ha cambiato la sua alimentazione… in peggio.
Alimentazione e problemi economici
I ricercatori hanno indagato le abitudini alimentari di 1.829 adulti, residenti in diverse regioni italiane. L’indagine realizzata tra il 2010 e il 2013 mirava a raccogliere informazioni circa le abitudini nutrizionali e lo stato di salute degli italiani in piena crisi economica, rapportandole ad altri dati rilevanti come il livello di istruzione, il reddito familiare e il tipo di occupazione. Alla domanda se negli ultimi 5 anni le abitudini a tavola fossero cambiate per ragioni economiche, il 21,2%ha risposto sì.
In tavola cibo più scadente
L’impatto della recessione si osserva soprattutto sulle tavole del Centro e del Sud Italia, nelle famiglie con istruzione e reddito più bassi: tra i disoccupati e chi svolge lavori manuali. I cambiamenti sembrano andare oltre la quantità e il tipo di alimento, investendo anche la qualità del cibo acquistato. Un dato rilevante per esempio riguarda un caposaldo della dieta mediterranea, il pesce fresco: ne ha ridotto il consumo solo il 4% della popolazione che non rileva cambiamenti nella dieta legati alla crisi, la percentuale sale al 68% fra chi, invece, il peggioramento per motivi economici dice di averlo vissuto. L’ipotesi che ne deriva è che le abitudini alimentari corrette siano appannaggio di chi dispone di buone risorse finanziarie. Nuove differenze socio-economiche stanno emergendo e non solo nell’alimentazione più o meno mediterranea.