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L’anno scolastico è finito. Tutti gli studenti italiani dei diversi gradi di istruzione sono ormai da circa un mese in vacanza. Ma ecco che, come ogni anno, arriva puntuale l’incombenza dei compiti. Se, infatti, sarebbe finalmente il momento di godersi il meritato riposo, molti allievi devono già da subito cominciare a organizzare lo studio assegnato. Morale: i compiti delle vacanze sono un incubo per oltre 6 milioni di alunni, che spesso si trascinano problemi, operazioni, testi, traduzioni e analisi grammaticale fino a settembre.
Pediatri schierati contro
Secondo i pediatri i compiti estivi non solo sono inutili, ma persino dannosi per i ragazzi e costosi per le famiglie. Inoltre, capita di frequente che al rientro a scuola non siano neppure controllati dai docenti. Un atteggiamento che risulta molto frustrante per i ragazzi, soprattutto per chi è stato ligio. Assegnare compiti senza, poi, verificare se siano stati svolti è davvero controproducente, rendendo i compiti delle vacanze solo un incubo per oltre 6 milioni di alunni. I pediatri poi fanno anche notare che la vacanza, come suggerisce il nome stesso, deve essere un periodo di vuoto dagli impegni, di riposo, di giochi e divertimento.
Meglio se su tablet e smartphone
Fuori dalle mura di casa i ragazzi devono, infatti, imparare a conoscere il mondo, a fare amicizia e stabilire nuove relazioni sociali, a diventare autonomi. E persino a riscoprire la noia. Al classico consiglio sui libri da leggere o sui diari delle giornate estive da compilare, molti suggeriscono di assegnare esercizi su tablet e smartphone. Sono, infatti, gli strumenti ideali per l’odierna generazione digitale, che già sui propri profili social raccontano agli amici gli eventi più divertenti che vivono durante le vacanze. Non sarà, quindi, faticoso farlo anche durante le ferie e, inoltre, stimolerà le capacità descrittive e quelle di sintesi.
Come e quando
Ecco la proposta degli esperti come alternativa ai compiti delle vacanze. Ogni ragazzo gestisce lo svolgimento del lavoro in modo diverso. È così che si formano diverse categorie: ci sono i centellinatori che distribuiscono lo studio nell’arco delle settimane a disposizione, con l’impressione, però, di non fare mai una vera vacanza; i forzati di giugno-luglio che concentrano, invece, lo studio in questi due mesi, rischiando di ricominciare la scuola senza ricordarsi più molte cose; gli agostani che al contrario prendono in mano i compiti in agosto e svolgono solo quello che riescono a fare; infine, le cicale che si godono l’estate e solo a settembre prendono in mano libri e quaderni, arrivando a scuola freschi di ripasso ma riuscendo difficilmente a finire tutto.