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“Vorrei sensibilizzare il corpo docente e le scuole a un momento di riposo degli studenti e delle famiglie affinché vengano diminuiti i compiti durante le vacanze natalizie”. Lo ha detto ieri il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, che ha annunciato per i prossimi giorni una circolare “per la diminuzione dei compiti durante le vacanze, compiti che gravano sugli impegni delle famiglie e quindi vorrei dare un segnale. Penso a questi giorni di festività e ai ragazzi e alle famiglie che vogliono trascorrerle insieme”.
Divisi anche gli insegnanti
I compiti, cioè lavoro da fare per le vacanze che dovrebbero essere, invece, sinonimo di riposo. Partendo da questa semplice constatazione, per alcuni insegnanti i compiti sono inutili, perché i tempi di riposo devono valere per tutti, insegnanti e alunni. Per contro, ci sono accaniti sostenitori dei compiti per le vacanze. E spesso ci sono alunni che portano a casa tanti compiti anche per brevi ponti. Ma forse per rinfrescare e tenere vivo quello che è stato fatto in classe sarebbe sufficiente dedicare ai compiti a casa un’ora al giorno, con costanza, per non dimenticare quanto fatto a scuola.
Perché sì
Chi sostiene l’utilità dei compiti a casa, ritiene che i compiti servano anche a far sì che il bambino abbia un impegno al di fuori dell’ambito scolastico, si abitui cioè a un lavoro continuato che deve proseguire anche a casa.
Perché no
Dall’altra parte, anche tra gli stessi insegnanti, c’è chi ritiene che i compiti a casa non abbiano un senso in se stessi, quanto piuttosto come rinforzo di quanto svolto in classe. Il principio è quello che il bambino già lavora in classe e dunque non ha senso assegnare ulteriore lavoro da svolgere a casa: sarebbe solo un ulteriore affaticamento.
La verità sta nel mezzo
Come sempre, anche in fatto di compiti il giusto – forse – sta nel mezzo: nessuno mette in discussione a priori la loro utilità, ma alle volte i compiti sono davvero troppi e si perde lo scopo per il quale vengono assegnati. Sarebbe quindi utile trovare di volta in volta la soluzione migliore e permettere ai bambini sì di imparare, ma salvaguardando i loro spazi e il loro tempo libero, così importanti a questa età. Ai genitori dunque spetta il compito, da un lato di non essere troppo protettivi nei confronti dei figli, fidandosi del lavoro degli insegnanti, dall’altro di instaurare un dialogo costruttivo con i docenti, per il bene dei bambini. Un altro consiglio importante è di non cancellare gli impegni extra scolastici dei figli per il timore che non riescano a svolgere i compiti.