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La paura delle cattive compagnie è un tema ricorrente per molti genitori. Occhio, però, a mettersi a sindacare, controllare e giudicare: il rischio è di irritare profondamente i figli, che vivono questi atteggiamenti come ingiuste ingerenze nella propria vita.
La decisione di frequentare un amico è un modo di compiere una scelta autonoma, con la propria testa di ragazzino di 8-10 anni. Scegliere compagni poco graditi ai genitori significa essere lasciati liberi di sbagliare, di mettersi alla prova, di sentirsi grandi. In questo modo il ragazzo lancia alla famiglia il messaggio che sta iniziando a crescere. E per farlo deve sperimentare il mondo senza la guida protettiva di mamma e papà, lasciando emergere il suo carattere.
È giusto che i ragazzini facciano le loro esperienze
Per un genitore proteggere sempre il “proprio cucciolo” è la cosa più naturale al mondo. L’eccesso di tutela, però, rende insicuri e rischia di trasformare il ragazzino in un adulto in preda all’ansia, con una visione negativa del futuro e della vita. Potrebbe, insomma, percepire se stesso coma una persona incapace di affrontare le difficoltà. È giusto, dunque, lasciargli fare le sue esperienze, facendogli capire che i suoi genitori sono sempre alle sue spalle, anche nel caso di cattive compagnie. L’importante per un ragazzino di 10 anni, infatti, è sapere che i suoi genitori sono sempre accanto a lui e che gli vogliono comunque bene.
I campanelli d’allarme
Naturalmente mamma e papà devono essere pronti a intervenire quando c’è qualcosa che davvero non va. Ansia, calo dell’umore, irritabilità, cambiamenti nella sua solita routine, difficoltà ad addormentarsi, a mangiare, a studiare e così via sono campanelli d’allarme di un disagio. In genere devono essere cambiamenti importanti, che durano nel tempo: in tal caso serve l’aiuto dei genitori. Attenzione, però, a non avere un atteggiamento da giudici severi, pronti a dirgli “te l’avevo detto!”. È giusto far capire al proprio figlio che per quanto abbia fatto le sue esperienze – anche se non condivise dai genitori – in caso di sbagli la famiglia è sempre disposta ad aiutarlo. In questo modo sarà più facile che sia il ragazzo a rivolgersi per primo a mamma e papà quando ne sentirà davvero il bisogno. Si deve sempre dare l’idea di essere una “squadra” di fronte alla difficoltà.
Come comportarsi
I figli devono sentire la presenza al loro fianco di genitori capaci di affrontare le diverse situazioni che la vita presenta e poter sempre contare su di loro. È utile che mamma e papà ricordino al proprio ragazzo i principi fondamentali in cui la famiglia crede, anche perché possono essergli d’aiuto come criterio di scelta degli amici da frequentare. Assumere atteggiamenti autoritari o ricorrere a imposizioni non fa altro che aumentare i conflitti e favorire le cattive compagnie. Quello che, invece, serve è un dialogo costruttivo e appagante per entrambi, genitori e figli.
Infine, è molto utile cercare di favorire la socialità dei ragazzini attraverso, per esempio, uno sport di squadra. Senz’altro bisogna provvedere con interventi mirati e l’aiuto di professionisti quando vostro figlio manifesta comportamenti tipici dei vandali.