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Tantissime le offerte dei centri privati
Ettore, 9 anni, andrà una settimana a Savona e in un palazzo settecentesco della città ligure, il Castelletto, giocherà a scacchi. Eh già, perché il corso che frequenta a Milano ha pensato a questa bella idea per le vacanze estive. Costo: 330 euro. Michele, 7 anni, frequenterà il tanto ambito Milan Junior Camp, la scuola estiva di calcio della sua squadra del cuore. Per contenere i costi, i suoi genitori lo hanno iscritto alle lezioni giornaliere, ovvero senza pernottamento, e hanno versato 540 euro. Ovviamente, per i club dei campionati minori, i prezzi sono più convenienti. Martina, 8 anni, ha la passione per la natura e, cosa incredibile a credersi, ha un amore sconfinato per gli asini. Per le prime vacanze da sola, i suoi genitori si sono affidati al WWF e, spendendo 410 euro, riusciranno a coronare il sogno della loro bambina: una settimana nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nelle Marche, con spostamenti da un campo all’altro in groppa gli asini.
Molto valide anche le proposte dei Comuni
Sono tantissime le possibilità di vacanza pensate su misura dei bambini e dei loro svariati interessi. E chi non può o non vuole lasciarli senza mamma e papà anche durante la notte, può fare ricorso ai centri estivi organizzati dai Comuni. Dipende ovviamente dalle località, ma le amministrazioni più sensibili all’intrattenimento e alle attività ludiche e culturali, organizzano giornate ricreative che nulla hanno da invidiare a quelle pensate dalle associazioni private. Anzi, nei centri estivi, oltre ai giochi e ai compiti, in genere vengono inseriti nel programma visite a musei o palazzi storici, corsi, gite fuori porta, escursioni in campagna o “scappate” al mare, per uno o più giorni. È il caso, per esempio, del FAI, il Fondo Ambiente Italiano, che propone diverse iniziative. Inoltre, nei centri estivi è possibile iscrivere i bambini fin dai 3 anni.
Come preparasi al distacco e affidarsi a strutture sicure
Il vero problema dei bambini in vacanza da soli è per molti genitori la paura di affidare i propri figli a degli sconosciuti, soprattutto se l’allontanamento da casa dura una o più settimane. La soluzione più semplice è quella di ricorrere a organizzazioni conosciute, magari attraverso mamme e papà che le hanno già sperimentate o chiedendo agli insegnanti dei propri bambini. Secondo la dottoressa Nicole Bianchi, psicologa e psicoterapeuta dell’età evolutiva, “è molto importante preparare il bambino e i genitori alla separazione perché la mancanza è avvertita da entrambi. È senz’altro raccomandato scegliere insieme la struttura e le attività da fare, senza forzare il diretto interessato; inoltre, quando è possibile, sarebbe utile organizzare una gita con il bambino per visitare insieme il posto prescelto e conoscere gli animatori”.
Una domanda che assilla mamma e papà è quando iniziare a mandare i bambini in vacanza da soli. Per la dottoressa Bianchi “non c’è un’età uguale per tutti. Dipende dal grado di autonomia raggiunto dal bambino e questo lo si capisce osservando, per esempio, come si comporta con gli estranei. In generale, però, è bene cominciare tra gli 8 e i 10 anni; prima il rischio è che il bambino non regga e lo stesso potrebbe succedere ai genitori. Per abituarlo è bene cominciare mandandolo a dormire a casa di qualche amico. La preparazione, insomma, deve avvenire in maniera graduale”.
Ci sono attività più adatte a bambini di una certa fascia di età, per esempio più indicate per quelli che frequentano la scuola dell’infanzia, le elementari, le medie? Se sì quali sono?
“In genere – spiega la dottoressa Bianchi – i bambini più sono piccoli più sono portati al disegno e al gioco da soli. Col passare degli anni, invece, diventa sempre più importante il gioco di gruppo, il rispetto delle regole e le attività strutturate. A mio parere, un’esperienza molto arricchente è quella a contatto con la natura. È vero che ci sono molti bambini che non hanno mai visto una mucca o un cavallo. Si tratta di un’ottima occasione di svago e di divertimento, perché questo è l’aspetto che più di tutti va tenuto in considerazione: i bambini devono divertirsi e svagarsi. Solo così, tra l’altro, si evitano crisi di nostalgia ai bambini in vacanza da soli. Se poi ci fosse la possibilità di fare dello sport, assecondando sempre le inclinazioni del proprio figlio, sarebbe l’ideale”.