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Il volto delle famiglie italiane si è modificato profondamente nell’arco di 20 anni: lo ha evidenziato la Società italiana medici pediatri (Simpe) in occasione del “Capri Campus 2017” organizzato da Paidòss, Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza. Il cambiamento riguarda sia l’organizzazione famigliare sia l’atteggiamento mentale dei nuovi genitori nei confronti dei figli, in particolare in relazione al gioco.
Meno mamme casalinghe
Le mamme casalinghe sono sempre meno innanzi tutto perché uno stipendio solo non basta. Secondo i dati della Simpe più del 40 per cento dei bambini ha entrambi i genitori con un impiego fuori casa. La famiglia classica, con il papà che lavora e la mamma casalinga è dunque sempre più rara, però è migliorata l’attenzione alla “qualità del tempo” da trascorrere con i figli.
I nonni in campo
Della cura dei bambini piccoli, nella maggior parte dei casi si occupano i nonni, spesso a tempo pieno. Le statistiche dicono che addirittura il 70 per cento dei bambini fino a dieci anni è affidato a loro, mentre solo il 5 per cento viene lasciato alla baby-sitter. Anche i nidi d’infanzia sono una soluzione non troppo praticabile: quelli pubblici hanno lunghe liste d’attesa, quelli privati spesso chiedono rette che il budget domestico non può sostenere. I nonni cui le giovani famiglie si appoggiano sono perfetti: godono di buona salute, percepiscono una pensione, dispongono di tempo che possono investire per l’accudimento dei nipotini.
Giocare con i figli è bello
I nuovi genitori sono impegnati con il lavoro e di conseguenza per molte ore al giorno stanno lontani dai figli. Questa necessità suggerisce di puntare sulla “qualità del tempo trascorso insieme”. Sia le mamme sia i papà giocano molto con i loro piccoli. Più della metà le prime ogni giorno, i papà prevalentemente nei fine settimana.
Il parere dell’esperto
Al riguardo, Giuseppe Mele, pediatra e presidente Paidòss, sostiene che il tempo che i genitori condividono con i figli serve a cementare un’intesa che durerà negli anni e anche a migliorare il benessere psicofisico dei piccoli, per il quale il gioco è un aspetto fondamentale per lo sviluppo cognitivo.