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Un nuovo studio americano ha analizzato la composizione del fumo di seconda mano per quanto riguarda la sigaretta elettronica. Si tratta di una ricerca dell’USC University of Southern California di Los Angeles, condotta in collaborazione e con il finanziamento della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Livelli dei metalli tossici 4 volte più alti
I ricercatori hanno scoperto che il fumo passivo da sigaretta elettronica se, da un lato, ha una produzione 10 volte inferiore di particelle nocive e non presenta quasi nessun agente cancerogeno organico (il fumo di tabacco contiene alti livelli di idrocarburi policiclici aromatici, che sono noti composti organici cancerogeni, per cui anche quello di seconda mano è pericoloso), contiene però elementi potenzialmente tossici, come cromo e nichel, a livelli quattro volte superiore rispetto alle normali sigarette. Ci sono, inoltre, diversi altri metalli tossici presenti nel fumo delle e- sigaretta, come il piombo e lo zinco, anche se comunque in concentrazioni inferiori rispetto alle sigarette normali.
Uffici e sale d’attesa
Per la ricerca sono state eseguite le misurazioni in uffici e sale d’attesa, ovvero ambienti in cui è più probabile essere esposti al fumo passivo. I volontari che hanno partecipato allo studio, hanno fumato sia tradizionali sigarette sia e-cig, mentre i ricercatori hanno raccolto campioni di particelle dell’aria interna e studiato il contenuto chimico.
Nuovi standard produttivi
Secondo il principale autore dello studio, Arian Saffari, le particelle di metallo provengono probabilmente dalla cartuccia della sigaretta elettronica; questa scoperta potrebbe essere sfruttata per migliorare gli standard di fabbricazione dei dispositivi e, quindi, ridurre la quantità di metalli tossici nel fumo. Studi di questo genere sono necessari per l’attuazione di misure di regolamentazione efficaci. Le sigarette elettroniche sono ancora un prodotto nuovo, e quindi non ci sono ancora molte ricerche disponibili su di esse.