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Fare sesso diminuisce il rischio di tumore alla prostata. Una notizia che farà felice la popolazione maschile, tanto più che ha il conforto di uno studio scientifico su 3.200 uomini. Secondo gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista americana Cancer Epidemiology, il numero di rapporti sessuali sembrerebbe correlarsi con una riduzione di cancro alla ghiandola maschile. Alleati allo stato di benessere dell’uomo sono, inoltre, la dieta e uno stile di vita corretti, che rappresentano un’ottima arma di prevenzione contro il tumore alla prostata.
Più rapporti, meno rischi
Secondo gli studiosi che hanno analizzato i dati di oltre 3.200 uomini alla ricerca di un legame fra tumore alla prostata, attività sessuale e infezioni sessualmente trasmissibili, i maschi che hanno avuto rapporti con oltre 20 donne nella loro vita hanno un rischio di ammalarsi di tumore alla prostata più basso rispetto ai monogami. Nello specifico, i ricercatori canadesi dell’Università di Montreal e dell’Institut Armand-Frappier del Québec hanno valutato le risposte a questionari sulla vita sessuale di oltre 3.000 uomini, più della metà colpiti da un tumore alla prostata. Dalla ricerca è emerso che, in generale, chi aveva fatto sesso con 20 o più compagne risultava avere il 28% in meno di probabilità di ammalarsi di una neoplasia alla prostata. Il rischio, invece. appare doppio in chi ha avuto 20 o più partner maschili rispetto a chi non ha mai avuto un rapporto omosessuale.
Perché fa bene
Secondo gli studiosi aver avuto molte donne equivale a una più elevata frequenza dell’eiaculazione, che è stato dimostrato essere un fattore protettivo verso il tumore alla ghiandola maschile. Infatti, frequenti eiaculazioni possono ridurre la concentrazione di sostanze potenzialmente dannose e cancerogene presenti nel fluido prostatico. “Se praticato con regolarità il sesso ha effetti benefici – conferma Michele Gallucci, responsabile dell’Urologia all’Istituto Regina Elena di Roma e vicepresidente dell’Associazione urologi italian -. L’astinenza prolungata, invece, provoca il ristagno delle secrezioni nella ghiandola prostatica favorendone la congestione e quindi la possibile infezione e infiammazione”.