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La Società italiana di urologia sta portando avanti uno studio per la valutazione delle alterazioni ormonali e della spermatogenesi() nei pazienti affetti da Covid-19. Secondo gli esperti la presenza del coronavirus nel liquido seminale, riscontrata nel 15% dei pazienti con infezione, può causare alterazioni nella produzione degli spermatozoi e nella funzione endocrina dei testicoli. Prima di riprendere i rapporti sessuali consigliano il doppio tampone.
Riduzione di testosterone
Dati preliminari mostrano come il Sars-Cov-2 possa determinare un’infiammazione su base vascolare, provocando gli stessi sintomi dell’orchite: dolore, vistoso gonfiore del testicolo e arrossamento dello scroto. Questo, a lungo termine, può creare le condizioni per un ipogonadismo, con conseguente ridotta produzione di testosterone. L’infezione, inoltre, può diminuire il desiderio sessuale, ma non vi sono prove che sia sessualmente trasmissibile. È vero però che il virus si trasmette attraverso i baci; chi ha avuto il Covid, deve quindi aspettare il secondo tampone negativo prima di riprendere i rapporti sessuali.
I dati sono contrastanti
Alcuni studi farebbero pensare a un possibile coinvolgimento del testicolo nel corso dell’infezione, probabilmente mediato da un’infiammazione locale o sistemica che potrebbe consentire a un’alta carica virale di superare la barriera emato-testicolare. A oggi però sono ancora poche le indagini condotte e pochi i campioni di pazienti coinvolti, per accertare la presenza del virus nel liquido seminale. I dati attualmente a disposizione non hanno dunque una completa validità scientifica oggettiva. Tuttavia, come per tutte le conseguenze post-Covid in generale, vanno considerati come una base di partenza in attesa di studi più ampi e attendibili che sono già in corso.