Poco sesso per gli uomini che dormono poco

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 17/12/2013 Aggiornato il 17/12/2013

Gli scienziati hanno scoperto che gli uomini che fanno le “ore piccole” hanno difficoltà a fare sesso: i tessuti diventano carenti di ossigeno e di nutrienti

Poco sesso per gli uomini che dormono poco

Dormire poco non fa bene al sesso. E questo vale soprattutto per gli uomini che dormono non più di sette ore a notte. Gli scienziati hanno scoperto che gli uomini con diminuite o assenti erezioni notturne hanno più difficoltà a fare sesso. Rispetto a trenta anni fa in Occidente si dorme addirittura due ore di meno, mentre nel nostro Paese il 30% della popolazione soffre di qualche forma di insonnia. E questo mette a rischio anche i rapporti sessuali. Senza contare che dormire poco di notte fa ingrassare (si finisce per mangiare di più e soprattutto i carboidrati) e non aiuta il cervello a ripulirsi dalle tossine, come è stato rilevato da una ricerca della University of Rochester Medical Center, pubblicata sulla rivista Science.

Che cosa succede durante il sonno

Mentre dormiamo il corpo avvi una vera e propria manutenzione e riparazione di cellule e tessuti, tra cui quelli degli organi genitali. “Nella fase Rem (contraddistinta da rapidi movimenti oculari), quella in cui si sogna, c’è un aumento del flusso sanguigno con maggiore apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti” spiega Ronald Virag, andrologo francesce, pioniere degli studi della sessualità maschile che ha analizzato il rapporto tra sonno e qualità del sesso. Quando si riposa in modo adeguato “si hanno quattro o cinque di cicli di fase Rem per notte – prosegue il professor Virag -; dormendo poco e male, invece, si rischia di saltare questa fase e i tessuti diventano carenti di ossigeno, con tutte le conseguenze che ne derivano anche sul piano della funzionalità sessuale”.

Quando si può parlare di insonnia

L’insonnia è un sintomo più che una malattia e si può manifestare in molte affezioni acute o croniche; nella maggioranza dei casi non dipende da una malattia organica, ma è l’espressione di un disturbo funzionale che quasi costantemente si identifica con uno squilibrio emotivo. È comunque difficile stabilire regole precise sulla durata ottimale del sonno (questo dato può variare da 6-7 ore per alcuni individui a 9-10 per altri); inoltre l’insonnia può essere occasionale in rapporto a periodi di particolare tensione emotiva, a preoccupazioni familiari o professionali o ad avvenimenti luttuosi. 

In breve

I SEGNALI DELL’INSONNIA

Difficoltà ad addormentarsi, qualità del sonno scadente, risvegli frequenti sono i principali sintomi dell’insonnia. In caso di insonnia prolungata senza cause evidenti, per individuarne il problema all’origine sono utili le registrazioni di elettroencefalografia, per fare indagini sul tipo di onde cerebrali presenti, e una valutazione della respirazione (le apnee notturne provocano micro-risvegli), dell’attività muscolare e di altre funzioni corporee durante il sonno. 

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