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Nonostante le campagne di sensibilizzazione e gli allarmi lanciati dagli esperti, il numero delle persone colpite dalle infezioni sessuali continua a crescere. Le categorie più vulnerabili? I giovani e le donne. A rivelarlo è il secondo “Sistema di sorveglianza sentinella” delle Ist (infezioni sessualmente trasmissibili), promosso dal centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità e il gruppo di lavoro infezioni sessualmente trasmesse dell’Associazione microbiologi clinici italiani.
Un’indagine di quattro anni
L’indagine è durata quattro anni: è iniziata l’1 aprile del 2009 ed è terminata il 31 dicembre 2013. In totale, sono stati presi in considerazione 93.403 esami per la diagnosi delle infezioni sessuali condotti in 134 laboratori di microbiologia clinica dislocati in tutta Italia. Lo scopo era capire quante fossero le persone affette da malattie sessualmente trasmissibili.
I microrganismi più diffusi
Dall’analisi dei dati raccolti si è visto che negli ultimi anni il numero dei soggetti colpiti da infezioni sessuali non è affatto diminuito, al contrario, specialmente fra i giovani e le donne. L’infezione sessuale più diffusa, con una prevalenza del 3,2%, è risultata essere quella provocata dal batterio Chlamydia trachomatis, specialmente nella fascia 15-19 anni (dove ha raggiunto picchi del 8,2%). I fattori di rischio principali? I rapporti con più partner e l’abuso di alcol, che diminuisce l’attenzione e l’inibizione. Abbastanza comune anche la Neisseria gonorrhoeae, o gonorrea, presente nello 0,5% dei soggetti, con prevalenza maggiore nei maschi. Infine, non bisogna dimenticare la Trichomonas vaginalis, un’infiammazione che ha un’incidenza dello 0,7% con una prevalenza maggiore nelle donne.
Molti casi sono asintomatici
Oltre a queste percentuali, bisogna considerare anche quella degli individui asintomatici: si calcola che rappresentino quasi il 50% della popolazione infetta. “La pericolosità del fenomeno è anche data dalla frequente asintomaticità delle infezioni, di cui la persona infetta viene a conoscenza quando gli effetti critici per la salute si sono già attivati. Per fronteggiare questo pericolo occorre intervenire sia con campagne di sensibilizzazione della pubblica opinione sui rischi effettivi sia attraverso campagne di screening” ha spiegato l’Associazione microbiologi clinici italiani.
Come ridurre i rischi
Per ridurre il rischio di contagio è importante usare sempre il preservativo quando si hanno rapporti con partner occasionali. Il preservativo andrebbe utilizzato fin dall’inizio del rapporto (durante tutto il rapporto, infatti, dal pene possono uscire piccole quantità di secrezioni, che hanno una funzione lubrificante). Meglio anche limitare il numero dei partner e accertarsi, per quanto possibile, che siano sani.