Argomenti trattati
Il mito del maschio latino vacilla. Sono sempre più numerosi, infatti, gli uomini italiani che soffrono di disturbi sessuali. Al primo posto fra i più diffusi continua a piazzarsi l’eiaculazione precoce, che riguarda circa cinque milioni di nostri connazionali.
Gli ultimi dati
Secondo un recente studio presentato a Madrid, condotto dall’università Federico II di Napoli, nella speciale classifica dei disturbi sessuali maschili più diffusi la prima posizione è occupata dall’eiaculazione precoce, che interessa il 17% dei maschi italiani. Segue la disfunzione erettile, che affligge il 13% degli uomini, pari a circa tre milioni.
Di che cosa si tratta
Per eiaculazione precoce si intende l’incapacità di esercitare un controllo efficace sulla propria eiaculazione, che avviene poco dopo la penetrazione (uno o due minuti), se non addirittura prima. I medici parlano di eiaculazione precoce quando sono presenti queste tre condizioni:
- l’uomo eiacula in seguito a stimolazione sessuale minima, prima o durante la penetrazione vaginale;
- l’uomo ha uno scarso controllo sull’eiaculazione;
- subentrano conseguenze negative a livello personale, come insoddisfazione e frustrazione.
Le cause sono diverse
Molti pensano che l’eiaculazione precoce sia un problema psicologico. In realtà, solo talvolta il problema è provocato da ansia da prestazione, insicurezza e problematiche legate alla vita di coppia. In altri casi, all’origine ci sono problematiche fisico-organiche come malattie infettive urologiche, malattie neurologiche, ipersensibilità del glande (la parte terminale del pene), fattori genetici e congeniti.
Esistono varie soluzioni
Oggi, trattare l’eiaculazione precoce è possibile. Esistono, infatti, diverse soluzioni. Innanzitutto, un farmaco specifico per questo disturbo: la dapoxetina. Si tratta di una molecola in grado di aumentare il livello della serotonina, un neurotrasmettitore che controlla l’eiaculazione e la risposta sessuale maschile. Più i suoi livelli sono alti e più l’uomo riesce a controllare l’eiaculazione. Si può ricorrere poi a creme anestetiche locali, per ridurre l’insensibilità del glande, e a terapie psicologiche. Anche adottare tecniche comportamentali durante l’atto sessuale può aiutare a controllarsi meglio.
L’approccio migliore è quello combinato
Un’altra ricerca presentata all’Eau, realizzata dall’università di Palermo, ha messo a confronto la psicoterapia con la dapoxetina. In totale, sono stati coinvolti 150 uomini. Il 60% di loro soffriva di eiaculazione veloce primaria, una patologia cronica che non dipende da ansia e stress. Tutti sono stati curati per 20 settimane. Di questi, 60 hanno ricevuto la dapoxetina, 60 il farmaco associato alla psicoterapia e 30 solo la psicoterapia. Dall’analisi dei risultati è emerso che la terapia è più efficace è quella combinata: gli uomini che sono stati trattati sia con i farmaci sia con l’approccio psicologico hanno registrato un aumento significativo della performance, da 74,3 a 600 secondi.