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Una scelta più combattuta di quanto si creda comunemente, circondata da mille dubbi e tante paure: quale metodo di contraccezione scegliere dopo il parto? A detta dei ginecologi, il migliore, sotto diversi punti di vista, è il preservativo. Infatti, se è vero che potrebbe togliere spontaneità al rapporto, è altrettanto vero che ha un’efficacia (se utilizzato correttamente) del 97%. E nessuna controindicazione.
Nelle prime settimane
Nei primi giorni dopo il parto, il preservativo non è solo il migliore metodo di contraccezione a disposizione, ma è anche l’unico possibile. Occorre considerare, infatti, che nel periodo antecedente la prima mestruazione dopo la gravidanza (capoparto), che compare a distanza di sei o otto settimane (e se si allatta al seno i tempi si allungano ulteriormente) dal parto, il rischio di concepimento è basso, ma non impossibile. L’unica opzione efficace in queste prime settimane, per ritrovare l’intimità di coppia senza rischi, è il preservativo. Per altri metodi di contraccezione ormonale (pillola, anello, cerotto) dopo il parto bisogna attendere l’arrivo della prima mestruazione o, comunque, qualche settimana per quanto riguarda la mini pillola, utilizzabile anche durante l’allattamento, e almeno due mesi per quanto riguarda la spirale.
Nei primi mesi
Arrivato il capoparto, teoricamente, si possono utilizzare anche i normali contraccettivi ormonali. Non sempre, però. In particolare, se si allatta al seno è da evitare la pillola comune a base di estrogeni e progestinici, ormoni che potrebbero influire negativamente sulla qualità del latte materno. Anche in questo caso, quindi, il preservativo rimane un’opzione utile. Se non si allatta più al seno, invece, si possono utilizzare, senza rischi, tutti i contraccettivi ormonali.